“In Lombardia la LAC (Lega abolizione caccia) ha chiesto al TAR di sospendere, per almeno 30 giorni, l’esercizio dell’attività venatoria in tutto il territorio regionale “al fine di consentire – così ha scritto nel documento depositato - il pieno esercizio di difesa, nonché ai 54.000 cacciatori lombardi ed alle guardie venatorie, provinciali e volontarie, di studiare la enorme mole di atti che riguardano la disciplina dell’attività venatoria”. Ha chiesto anche di “inibire su tutto il territorio regionale il prelievo venatorio delle specie ritenute cacciabili ove disposto in difformità dal parere ISPRA, previa audizione del difensore in Camera di Consiglio”. Lo dichiara Barbara Mazzali, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
"E’ ricominciata la solita battaglia contro il mondo venatorio e contro la pratica della caccia, che è legale e garantita dalla legge. Eppure ogni anno si ripete questa corsa per bloccare il calendario, per ridurlo o per stravolgerlo. Aspettiamo le disposizioni del TAR, ricordando che il calendario della Regione Lombardia è rispettoso del territorio e delle specie. Non ci sono motivi per bloccarlo, è solo un atto politico delle associazioni animaliste che mirano unicamente a sospendere la caccia, senza motivazioni oggettive” chiude Mazzali.
Commenta la situazione in una nota anche l'Europarlamentare FdI Pietro Fiocchi: "Dopo la vicenda dello scorso anno in Lombardia - scrive Fiocchi - , ho più volte chiesto all’Assessore Rolfi e all’Assessorato di rispettare la scadenza prevista dalla Regione Lombardia del 15 di giugno per l’approvazione e la pubblicazione del calendario venatorio regionale. Per una serie di ragioni e di scelte che mettono in luce delle carenze tecnico-amministrative, compresa la strategia di arrivare a ridosso dell’apertura con un calendario, che in alcune parti non è stato ancora completato, si sta dimostrando deficitario e fallimentare".
"Purtroppo - continua Fiocchi - i TAR prendono per oro colato i pareri espressi da ISPRA, che, oltre che di carattere tecnico-scientifico, sono permeati in concreto da un irrituale e malcelato pensiero anticaccia. Anche questo episodio mi conferma che il problema della caccia non è in Europa bensì in Italia e nelle singole Regioni, anche per questo ho chiesto al Ministro della Transizione Ecologica, signor Cingolani, un incontro urgente al riguardo. Se sarà necessario dovremmo prendere spunto dall’esempio che ci hanno fornito i cugini cacciatori francesi, mobilitandoci".
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