E' uscito a sorpresa su Il Fattoquodiano, diretto dal filogrillino Marco Travaglio, un blog di Alberto Marzocchi, che si definisce giornalista per Il Fatto Quotidiano, dal titolo: "Referendum per l'abolizione della caccia: perchè non sono d'accordo". Dove l'autore, pur non cacciatore, ma nato e cresciuto in un paesino delle Prealpi Orobie, con più doppiette che paesani, si dichiara contrario a questa sottoscrizione referendaria perchè in sostanza ama la coerenza, non essendo vegetariano, e ritenendo un certo tipo di caccia "sana" e "sostenibile", utile per l'ecosistema.
Aldilà delle rispettabili motivazioni, viene da chiedersi perchè a questo punto, anche dopo il recentissimo endorsement al referendum da parte di Grillo, e il sostegno di molti esponenti cinquestelle, sia al centro, sia in periferia, il Travaglio abbia consentito questo onesto smarcamento dalle posizioni ufficiali.
Le malelingue ipotizzano alcune risposte. La prima è quella che il soggetto (Travaglio), notoriamente dotato di un immenso superego, avvicinandosi al fallimento della raccolta delle firme, cerca di smarcarsi in zona cesarini. La seconda è quella che lo individuano ormai lontano da Grillo e in totale simbiosi con Conte e il suo nuovo corso. Infine, c'è anche chi pensa che l'ala governativa dei cinquestelle si stia rendendo conto che la caccia e la gestione degli equilibri naturali è molto più complessa di quanto ritenevano l'ex ministro Costa, i suoi accoliti e quelle "avanguardia" salottiere a cui ha fatto riferimento il nuovo ministro Cingolani. Che si possa sperare in una qualche maturazione fra quegli scappati di casa dei grillini? Che abbiano scoperto che anche in alcuni autorevoli esponenti del movimento covi questa nostra bella passione?
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