Riceviamo e pubblichiamo
In questi giorni, alcuni autorevoli organi di informazione, stanno diffondendo la notizia che il Comitato Promotore del Referendum contro la caccia, avrebbe (sembra) raggiunto, il limite delle 500.000 firme necessarie, per dare avvio all’iter referendario. Da mesi, continuiamo a monitorare l’andamento di questa nuova campagna contro la caccia e continueremo a farlo. Resta inteso che le firme raccolte saranno sottoposte al vaglio della Corte di Cassazione, alla quale come noto spetterà l’onere del controllo. Vogliamo al momento ribadire che per rispetto di tutti i cittadini e delle procedure democratiche e costituzionali, dovranno essere impedite proroghe ai tempi stabiliti per la consegna delle firme. Nessun vantaggio derogatorio andrà dunque concesso ai promotori! Nel contempo ci stiamo adoperando per assicurare il rispetto delle regole democratiche. Continua inoltre il lavoro di carattere legale per la valutazione sui singoli quesiti sotto il profilo costituzionale e sulle necessarie azioni preventive da intraprendere. Come ripetiamo da tempo, l’attività venatoria sarà sempre più esposta ad attacchi futuri non solo perché ci potrebbe essere l’ennesimo referendum alle porte ma per l’insieme delle molteplici iniziative, figlie della deriva culturale animalista e pseudo ambientalista.
Per questo e sin dalla nascita dell’esperienza della Confederazione Cacciatori Toscani, abbiamo lavorato ogni giorno per superare la palude difensiva e autoreferenziale nella quale sembra finito il mondo venatorio. Come ripetiamo da sempre, l’unità su contenuti e regole precise di tutti i cacciatori e la creazione di un nuovo soggetto forte e autorevole che sappia non solo difendere la nostra legittima passione ma anche riaccreditarla nella società, per il ruolo e le funzioni di interesse generale, diventa quanto mai improrogabile. Per non fare la fine dei “polli del Tramaglino” bisogna uscire dalle secche, dalle stanche liturgie tattiche e assumere, ognuno per quello che rappresenta, le necessarie responsabilità, con coraggio e lungimiranza. Perché non sia un pericolo imminente a farci scoprire le ragioni dell’unità del mondo venatorio e le richieste che da anni la base dei cacciatori sollecitano ai vertici, occorre agire ora e subito, con i fatti e senza ulteriori rinvii.