Dopo la scoperta di alcuni casi di Peste suina gli agricoltori chiedono a gran voce di affrontare questa emergenza sanitaria con la nomina di un commissario straordinario. Il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini punta il dito sulla mancata prevenzione di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali.
“Abbiamo più volte evidenziato – afferma Prandini – il rischio della diffusione della Peste Suina Africana (Psa) attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Adesso serve subito – avverte – un’azione sinergica su più fronti anche con la nomina di un commissario in grado di coordinare l’attività dei prefetti e delle forze dell’ordine chiamate ad intensificare gli interventi, per tutelare e difendere gli allevamenti da questa grave minaccia che rischia di causare un gravissimo danno economico alle imprese”.
Anche la Cia Piemonte chiede la nomina di un commissario straordinario nazionale per gestire l’emergenza fauna selvatica aggravata dal caso di peste suina riscontrato in un cinghiale morto a Ovada (Alessandria). ”Oltre ai gravi danni alle colture – dice il presidente Gabriele Carenini -, oggi abbiamo a che fare con un ulteriore elemento di preoccupazione. E’ assolutamente necessario verificare immediatamente se si tratti di un caso isolato e che le autorità pubbliche svolgano gli adeguati controlli”. L’area a rischio infezione, ancora da delimitare con precisione, riguarda un’ottanta di Comuni tra Piemonte e Liguria, è in arrivo un’ordinanza del ministero della Salute. Cia Piemonte chiede ”controlli sanitari mirati sulla fauna selvatica, azioni incisive sul contenimento, blocco del commercio della carne di cinghiale priva di tracciabilità sono i primi interventi da mettere in campo immediatamente. Serve, però, anche chiarire – sottolinea Carenini – che la peste suina africana non si trasmette all’uomo e che la filiera della carne dei nostri allevamenti ha un elevatissimo grado di sicurezza dovuto ai controlli e ai sistemi di tracciabilità in vigore. Ma si deve risolvere una volta per tutte il grave problema della diffusione da tempo fuori controllo della fauna selvatica. Non si tratta solo di cinghiali, ma anche di caprioli, daini, lupi. L’emergenza è di carattere nazionale, serve un commissario straordinario, servono strumenti straordinari, se necessario anche legislativi, adeguati ad affrontare la situazione”.
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