Anche il Presidente di Anlc Paolo Sparvoli è intervenuto in un comunicato sulla situazione dei pochi contagi di PSA degli ultimi giorni invitando ad evitare allarmismi e strumentalizzazioni:
I due cinghiali affetti da P.S.A. (Peste Suina Africana) rinvenuti tra Liguria e Piemonte hanno rinfocolato un tipo di allarmismo che non ha niente a che vedere con le evidenze scientifiche e che non fa certo bene a nessuno.
Dietro questa forma di “terrorismo psicologico”, che per ora sembra la brutta copia di quello suscitato anni fa dall’influenza aviaria, si potrebbero nascondere gli interessi non dichiarati, ma ugualmente ben noti, di chi vuole seminare panico per i soliti scopi anticaccia (e anti art. 842 del Codice civile) che negli ultimi tempi stanno ottenendo più di qualche consenso non solo all’interno del mondo agricolo ma, purtroppo, anche fra qualche associazione venatoria.
La P.S.A., giova sicuramente ricordarlo, è una malattia virale altamente contagiosa (ne sappiamo qualcosa con la famosa variante Omicron) che uccide i suini ma non è trasmissibile agli esseri umani. Per questa sua caratteristica le epidemie da P.S.A. sono devastanti per le economie delle nazioni che ne sono colpite in quanto costringono alla eliminazione di centinaia di migliaia di capi di suini di allevamento al fine di arginare la sua diffusione.
Dal 2014, l’epidemia si è presentata in alcuni stati membri della UE come Belgio e Germania determinando l’adozione di severe norme di controllo da parte di tutti gli altri Stati, Italia compresa.
E fra i principali protagonisti di questo monitoraggio ci sono proprio i cacciatori, non tanto e non solo per quanto riguarda i capi abbattuti e severamente controllati, ma soprattutto per il controllo costante del territorio che permette di individuare (com’è successo di recente) eventuali capi morti proprio a causa della peste.
I cacciatori, TUTTI I CACCIATORI – sia quelli in braccata che quelli che praticano altre forme di prelievo e controllo – sono e saranno sempre in prima linea, rappresentando il primo baluardo di controllo QUOTIDIANO dell’ambiente naturale nazionale. Questo è un impegno che possiamo definire “naturale” da parte di chi pratica l’attività venatoria e lo dimostra, per esempio, il convegno tenutosi ad Arezzo nel novembre del 2019: “Formare ed informare i portatori di interesse per la early detection ed il controllo della Peste Suina Africana nel cinghiale” organizzato dalla Società Italiana di Ecopatologia della Fauna in collaborazione con l’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana e patrocinato dalla Provincia di Arezzo e dal Ministero della Salute.
Nessuno, quindi, può impunemente cavalcare la tigre dell’allarmismo per continuare a perseguire insensati scopi anticaccia che finirebbero, INEVITABILMENTE, per risultare infinitamente più pericolosi per l’economia nazionale e l’intero “sistema Italia”.
Roma, 7 gennaio 2022
IL PRESIDENTE
DELLA A.N.L.C.
Paolo Sparvoli
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