Alle interrogazioni a risposta immediata sul tema “peste suina, forme di contrasto e misure di sostegno al settore”, presentate in Commissione agricoltura della Camera da parte degli onorevoli Fornaro (LEU), Incerti e Cenni (PD), Ciamburro e Caretta (FdI), questo il testo della risposta da parte del Ministero:
“Riguardo alle interrogazioni presentate mi preme anzitutto rilevare che la questione delineata è da tempo all’attenzione del Governo e del Ministero delle politiche agricole che, per rendere più incisivi gli strumenti di contrasto all’eccessiva proliferazione di cinghiali, ritenuti tra i principali vettori della peste suina africana, ha sviluppato un’azione propulsiva allo scopo di avviare diverse azioni in sinergia con le altre Amministrazioni coinvolte.
In tale contesto è emerso chiaramente come un’azione immediata, tempestiva e coordinata di monitoraggio e controllo risulti fondamentale per avere maggiori probabilità di contenere il contagio, atteso che la diffusione della malattia, soprattutto nelle fasi iniziali, può dipendere dalla densità delle popolazioni di cinghiali, oltre che dalla presenza di corridoi che consentono di superare eventuali barriere geografiche.
Come rilevato dagli Onorevoli interroganti, dopo il rinvenimento, a fine dicembre, di un cinghiale morto nei pressi di Ovada e l’accertamento della positività alla PSA di ulteriori carcasse, il Governo è intervenuto tempestivamente con un’ordinanza dei Ministri della salute e dell’agricoltura, con il coinvolgimento di MITE, Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano, Protezione Civile, Forze di polizia ed istituti tecnici di supporto.
L’obiettivo primario è stato porre in essere ogni misura utile ad un immediato contrasto alla diffusione della PSA e alla sua eradicazione a tutela della salute, del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi allo scambio extra Ue e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e prodotti derivati.
Nel dettaglio, il provvedimento emanato vieta l’attività venatoria nella zona stabilita come infetta, salvo la caccia selettiva al cinghiale, nonché le attività sportive e ludiche, dalla pesca al trekking e al mountain biking.
Difatti, i tecnici hanno rappresentato in forma chiarissima come sia da sospendere ogni attività venatoria, in quanto ogni forma di disturbo favorisce lo spostamento dei cinghiali e di conseguenza la diffusione dell’epidemia di PSA.
La caccia di selezione al cinghiale è quindi ammessa quale strumento per ridurre la popolazione in eccesso e rafforzare la rete di monitoraggio sulla presenza del virus.
La vigilanza sull’applicazione delle misure introdotte è assicurata dai servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali territorialmente competenti in collaborazione con le Forze dell’ordine. L’allerta è stata innalzata al massimo livello, intensificando la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico, con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone.
Per quanto concerne le azioni di contrasto alla diffusione della PSA è importante ribadire che, secondo l’ISPRA, le modalità di gestione di una popolazione di cinghiale nelle aree infette sono di tipo straordinario e completamente differenti da quelle ordinarie previste per le aree indenni. Tali modalità straordinarie sono definite dai documenti di indirizzo predisposti dalla Commissione europea ai quali gli Stati Membri devono attenersi.
Riguardo alla più ampia problematica delle criticità poste da alcune specie di fauna selvatica, indipendentemente dall’attuale emergenza in materia di PSA, il Governo concorda con la necessità di consolidare la figura del coadiutore ai piani di controllo ai sensi dell’art. 19 della legge 157/92, al fine di conferire maggiore capacità operativa gli enti preposti per il contenimento delle suddette problematiche e ribadisce la necessità che si operi esclusivamente attraverso modalità altamente selettive, escludendo qualunque ricorso ad azioni in braccata con segugi (da limitarsi strettamente al periodo di caccia ordinaria ai sensi dell’art. 18, comma 1, lett. d), della L. 157/92).
Per quanto ci riguarda, l’interesse fondamentale e assolutamente prevalente è quello di assicurare la massima tutela al patrimonio suinicolo nazionale e, in tale direzione, l’Ordinanza emanata consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fattispecie che certamente rassicura riguardo alle nostre esportazioni.
In ogni caso, fermo restando l’intento di costituire una task force ministeriale ad hoc, abbiamo allertato il ministero degli Esteri per tranquillizzare i Paesi importatori di carne suina italiana circa la salubrità dei nostri prodotti.
Detto questo mi preme rilevare che il settore suinicolo, così come altri settori delle filiere agricole, è stato oggetto di particolare attenzione in questi ultimi anni con l’attuazione di specifiche misure per sostenerne lo sviluppo e gli investimenti.
Tra queste, ricordo l’istituzione del «Fondo emergenziale per le filiere in crisi» che prevede risorse a sostegno di alcuni settori delle filiere agricole, tra cui quelle dedite all’allevamento di suini. Detto Fondo, dopo un iniziale stanziamento di 65 milioni di euro, è stato incrementato portando la misura a 71,5 milioni di euro, di cui 38.5 milioni alla filiera suinicola.
Rilevo al riguardo che AGEA ha dato attuazione alla misura ed entro la fine di gennaio, terminata la verifica delle istanze che presentavano anomalie, l’intera procedura sarà completata.
Rappresento inoltre che, a seguito dell’intesa intervenuta in Conferenza Stato Regioni lo scorso 16 dicembre, è stato approvato lo Schema di decreto interministeriale del Ministro delle politiche agricole di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze che, a modifica del decreto ministeriale 7 aprile 2020, n. 3632, reca criteri e modalità di ripartizione delle risorse del Fondo nazionale per la suinicoltura con conseguente incremento delle risorse destinate al settore suinicolo e per il quale questa Amministrazione sta concludendo l’iter amministrativo ai fini dell’efficacia della misura.
Si tratta di un decreto che distribuisce altri 10 milioni di euro messi a disposizione dalla Legge di bilancio per la filiera suinicola: 3 milioni di euro per la promozione e comunicazione del prosciutto DOP, 1 milione per migliorare le modalità di determinazione dei prezzi delle CUN suinicole e 6 milioni per il benessere degli animali e la sostenibilità degli allevamenti.
Ricordo che detto Fondo è stato istituito per far fronte alla perdita di reddito degli allevatori di suini; garantire la massima trasparenza nella determinazione dei prezzi indicativi da parte delle commissioni uniche nazionali del settore suinicolo; rafforzare i rapporti di filiera nel medesimo settore; potenziare le attività di informazione e di promozione dei prodotti suinicoli presso i consumatori; migliorare la qualità dei medesimi prodotti e il benessere animale nei relativi allevamenti; promuovere l’innovazione, anche attraverso il sostegno dei contratti di filiera e delle organizzazioni interprofessionali nel predetto settore.
Riguardo all’opportunità, segnalata dagli interroganti, di procedere alla nomina di un Commissario straordinario per la stima delle ricadute economiche sui settori danneggiati e per i successivi ristori, faccio presente che il Governo, in questa prima fase, si sta concentrando principalmente sulle misure economiche immediate da intraprendere a sostegno delle imprese agricole danneggiate, direttamente o indirettamente, dall’epidemia di PSA; ovviamente, qualora la situazione dovesse mutare, potrà essere valutata anche l’opportunità di adottare modelli gestionali dell’emergenza differenti, ove necessario.
Assicuro che continueremo a vigilare sull’evolversi della situazione epidemica e, come già fatto in altre occasioni, ci faremo trovare pronti nell’individuare tutte le misure necessarie per fronteggiare l’emergenza”.
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