L'ingresso della Psa nell'Italia continentale si deve anche e soprattutto ad una "gestione allegra della biodiversità". Lo ha dichiarato Mauro Agnoletti, docente della facoltà di Agraria dell’Università di Firenze e responsabile scientifico del programma della Fao per la tutela dei paesaggi agricoli.
Sul Corriere Fiorentino Agnoletti ha parlato di "una politica dissennata riguardante la gestione della fauna". "L'equilibrio - ha spiegato - non può essere gestito giocando con l’ecologia, come spesso si è fatto, ma intervenendo per regolare i rapporti fra specie animali e vegetali".
Il Professore ha ricordato come l'abbandono dell’agricoltura (pari a circa 10 milioni di ettari) abbia portato ad una diffusione della fauna selvatica senza controllo, aggiungendo che "col contemporaneo incremento della superficie delle aree protette si è verificato un aumento di fauna animale, specialmente ungulati, in particolare cinghiali, portatori della peste suina, il cui numero è in oggetto di una crescita fuori controllo anche per la mancanza di nemici naturali".
"In questa `allegra´ gestione della biodiversità di questi ultimi decenni - ha concluso- non abbiamo considerato che abbiamo una densità di circa 190 abitanti per km2. A meno che non vogliamo continuare all’infinito ad accrescere le nostre aree urbane, con i problemi che tutti conosciamo, e incrementare il processo di abbandono delle aree rurali, si dovrà riflettere sul fatto che è necessario un equilibrio nel paesaggio e questo richiede di riequilibrare il rapporto fra uomo e fauna selvatica".
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