In Commissione Ambiente della Camera dei Deputati è stata presentata dagli Onorevoli Cenni, Critelli, Lotti e Incerti un’interrogazione ai Ministri della Transizione Ecologica e delle Politiche Agricole per chiedere una relazione aggiornata sullo stato di attuazione della Legge numero 157 del 1992 e la ricostituzione del Comitato Faunistico Venatorio.
Questo il testo:
Al Ministro della Transizione ecologica, al Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali – Per sapere – premesso che: l’attività venatoria in Italia è regolata dalla Legge numero 157 del 92 “Norme per la protezione della fauna omeoterma e prelievo venatorio”, che rappresenta la legge quadro di disciplina di tutta la materia della caccia e tutela della fauna selvatica; la Legge 157 rappresentava il risultato di un grande lavoro parlamentare ed un punto di equilibrio avanzato e condiviso dalle associazioni venatorie, ambientaliste e degli agricoltori; la stessa legge presenta, tra i suoi principi ispiratori, la tutela del patrimonio faunistico nazionale e disciplina la gestione venatoria attraverso dati e parametri scientifici e stabilisce che le regioni esercitano le funzioni relative alla programmazione e al coordinamento della gestione faunistico-venatoria; proprio per raccogliere e mantenere quel punto di equilibrio la legge prevedeva all’articolo 8, l’ istituzione del comitato Faunistico Venatorio (rinnovato ogni cinque anni), quale organo “tecnico consultivo per tutto quello che concerne l’applicazione della presente legge”;
valutato che: la Legge 157 prevedeva, all’articolo 35, una relazione periodica sullo stato di attuazione delle norme presenti nel provvedimento: “il ministro dell’agricoltura e delle foreste, d’intesa con il ministro dell’ambiente, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, presenta al Parlamento una relazione complessiva sullo stato di attuazione della presente legge”; il comma 7 dell’articolo 1 della medesima legge prevede che “Ai sensi dell’articolo 2 della legge 9 marzo 1989, n. 86, il Ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie, di concerto con il Ministro dell’agricoltura e delle foreste e con il Ministro dell’Ambiente, verifica, con la collaborazione delle regioni e delle Province autonome e sentiti il Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale di cui all’articolo 8 e l’Istituto nazionale per la fauna selvatica, lo stato di conformità della presente legge e delle leggi regionali e provinciali in materia agli atti emanati dalle Istituzioni delle Comunità europee volti alla conservazione della fauna selvatica”, ad oggi, risulterebbe che soltanto nel 2009 il Governo avrebbe prodotto una relazione sullo stato di attuazione della Legge numero 157 del 1992; il citato Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale è scaduto in data 18.06.2014 e non è stato ancora rinnovato;
preso atto che: il territorio italiano ha visto negli ultimi anni profondi mutamenti ambientali che, a fronte di un costante consumo di suolo, ha impattato pesantemente su molti ecosistemi. Il contemporaneo incremento di aree forestali e di aree protette e l’abbandono di quote importanti di agricoltura anche estesa alle aree collinari e montane, e in alcuni territori anche una significativa modificazione della presenza antropica, hanno portato molte specie selvatiche, in particolare gli ungulati, accrescere notevolmente i loro numeri generando criticità molto complesse (in particolare aumento esponenziale dei danni alle aziende agricole e degli incidenti stradali causati dagli animali selvatici oltre alla facilitazione della circolazione di patologie relative alla fauna); dalla sua entrata in vigore la Legge 157 del 1992 è stata molte volte oggetto di parziali richieste di modifica, ma mai di una riflessione quadro organica, ed è noto che sia spesso stata oggetto di contrapposizioni molto forti; stata segnalata da numerose componenti della società, a partire dall’associazionismo ambientale, agricolo e venatorio, da numerose forze politiche e enti territoriali, la necessità di un aggiornamento organico della Legge 157, al fine di affrontare e risolvere le evidenti e citate problematiche attuali, nonché un tavolo che consenta alle parti in causa di avviare un confronto sullo stato dell’arte; del tutto che evidente che per ottenere una riforma organica ed efficace, che non stravolga i principi cardine della legge, aggiornandola, apportando i necessari, utili interventi correttivi, sarebbe innanzitutto fondamentale una aggiornata lettura ed una nuova relazione sullo stato di attuazione delle normi vigenti.
Se non ritiene necessario ed urgente, in relazione a quanto espresso in premessa, presentare al Parlamento in tempi brevi una relazione aggiornata sullo stato di attuazione della Legge numero 157 del 1992; se non ritenga di ricostituire il Comitato Faunistico Venatorio ed un tavolo con tutte le parti interessate
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