"Operatività immediata al tavolo per il piano di conservazione della tortora nonché per la concertazione dei calendari, per dare subito certezza alla prossima stagione venatoria". E' quanto chiede l’Arci Caccia in una lettera ai Ministeri competenti sostenendo la necessità dell'attivazione di quanto previsto dal Piano Nazionale di Gestione della Tortora e di un Tavolo sui KC.
Ecco la lettera inviata ai Ministri Cingolani e Patuanelli dall'Arci Caccia.
"L’approvazione del piano faunistico nazionale della tortora selvatica previsto dalla Direttiva Uccelli 2009/147/CE necessita di una rapida operatività e, può essere l’occasione per superare la contrapposizione tra associazionismo ambientalista, venatorio e organizzazioni imprenditoriali agricole.
Il “conflitto” che deriva dalle interpretazioni di parte, nuoce alle soluzioni di problemi che purtroppo si protraggono da tempo. La buona volontà di costruire, dare certezza ad un solido sistema di gestione faunistico-venatoria è prevaricata dall’incomprensibile “piacere” dello scontro perpetuo.
Una deleteria rincorsa a demagogiche rivincite di ognuna delle parti non ha giovato alle stesse categorie coinvolte, ne tantomeno all’interesse del paese. La storia dal 1992 è stata questa e non ha facilitato il compito delle Regioni.
Nel “piano” si rileva l’esigenza di un tavolo tecnico per la corretta applicazione dello stesso che veda la presenza dei Ministeri della Transizione Ecologica, delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, dell’ISPRA, delle Associazioni Agricole, ambientaliste e venatorie.
Riteniamo la ricostituzione di una sede formale di incontro e confronto un fatto positivo e propedeutico a relazioni tra portatori di interesse che possano cercare punti di convergenza.
Il tavolo a nostro avviso andrebbe istituito e convocato immediatamente anche per aprire un confronto in merito all’applicazione dei Key Concepts. In quella sede si aggiorneranno informazioni, dati, conoscenze per dare certezza nei calendari venatori, in una fase nella quale tante sono le problematiche aperte.
Purtroppo e non per nostra volontà le associazioni venatorie non hanno una rappresentanza unitaria, democraticamente insediatasi e territorialmente articolata.
Per superare i limiti di coinvolgimento che si sono palesati già nella Cabina di Regia presso il MITE per il contrasto al bracconaggio, coordinamento indispensabile per affrontare i crimini contro la fauna selvatica, proponiamo che “il tavolo” sia composto sulla base del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio previsto all’art. 8 della legge 157/92 sicuramente rivisitato e aggiornato. Così si supererà ogni discriminazione e sarà garantita la “par condicio” del volontariato che sarà in campo.
Richiamiamo in questo contesto la presenza di una rappresentanza di ATC, CA ed Enti Parco, “reali gestori” della Fauna Selvatica affidata loro in base alla norma in essere. Siano essi riconosciuti Enti pubblici o privati, sono loro ad avere deleghe anche dalle leggi regionali e, sono loro il contenitore dove associazioni agricole, ambientaliste e venatorie dovrebbero maturare comuni conoscenze e sperimentazioni gestionali.
Distinti saluti
Christian Maffei"