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PSA: ripensare le limitazioni


martedì 15 marzo 2022
    

In merito alle disposizioni intraprese dalla Regione Toscana attraverso l’ordinanza n.5 del 02.02.2021 per i comprensori di Massa 13 riguardanti la PSA (Peste Suina Africana) vogliamo evidenziare le puntuali considerazioni espresse nei giorni scorsi dal Presidente ATC MS 13 dott. Filippo Merlini.

Una disamina puntuale sui provvedimenti messi in atto anche nelle regioni confinanti, dove tra l’altro si sono riscontrati alcuni focolai e casi positivi su carcasse di cinghiale, che evidenzia alcune macroscopiche difformità di approccio da parte degli Enti preposti, sulla gestione della problematica.

In una lettera inviata agli assessori regionali della Toscana Stefania Saccardi e Simone Bezzini a seguito delle specifiche richieste avanzate dal mondo venatorio, il Presidente Merlini scrive quanto segue:

OGGETTO: Peste Suina Africana – richiesta di rimodulazione attività venatoria sul Comprensorio Massa.

Egregi Signori,

in qualità di Presidente dell’Ambito Territoriale di Caccia “Massa – 13” con la presente sono a richiedere, anche dietro sollecitazioni provenienti dal mondo venatorio, una rimodulazione del regime di limitazioni imposte da Regione Toscana per il comprensorio della Provincia di Massa Carrara.

Le Regioni confinanti (Liguria ed Emilia Romagna) ed anche quelle più lontane interessate dalla problematica sanitaria PSA (Lombardia) hanno modificato il regime di limitazioni –soprattutto in materia di attività cinofile- e, pertanto, stante l’attuale situazione il mantenimento di un regime più restrittivo per la Provincia di Massa Carrara, rispetto a quello adottato per zone assai più vicine alle aree infette, non appare giustificato.

I cacciatori dell’ATC Massa 13, hanno dimostrato con la loro massima disponibilità alla raccolta dei dati e la partecipazione alla ricerca delle carcasse, un grande senso di responsabilità a fronte dell’evidenziarsi dell’emergenza; ora però – anche mancando un riscontro sulla presenza della malattia sul territorio provinciale- si chiedono, a ragione, per quale motivo debbano essere stati penalizzati, prima, sul finire della stagione di caccia con il divieto dell’utilizzo dei cani, quando, invece, la regione Liguria - dalla quale poteva provenire il contagio- ha consentito l’utilizzo dei cani segugi per la caccia al cinghiale in braccata fino al termine della stagione venatoria, ed ora con limitazioni alle attività cinofile, difficilmente giustificabili.


Rispetto a quanto sopra affermato, da ricerca sul web ad oggi risulta che:

- La Regione Liguria, che confina con noi con la Provincia di La Spezia (peraltro mai limitata nelle attività venatorie), attualmente prevede limitazioni solamente per la Zona Infetta in quanto i provvedimenti emanati (Ordinanza del Presidente n. 4 del 19.01.2022 e n. 5 del 25.02.2022) hanno posto limitazioni alle attività nei Comuni contermini alla zona infetta solamente per un periodo di 30 giorni a far data dal 19.01.2022;

- La Regione Emilia Romagna, che confina con noi con le Provincia di Parma e Reggio Emilia, attualmente prevede limitazioni oltre che per la Zona Infetta solo per quei territori della Provincia di Piacenza che ricadono nell’area di 10 Km dai confini della zona infetta in quanto con la Delibera n. 3620 del 28.02.2022, le limitazioni delle attività nei Comuni della Provincia di Piacenza esterni dall’area buffer e nella Provincia di Parma – la Provincia di Reggio Emilia non è mai stata assoggetta a limitazioni- disposti con gli atti precedente (da ultimo con la Del. GR n. 1735 del 01.02.2022) non sono stati reiterati.

Guardando ancor più lontano dalla nostra Regione anche la Lombardia – che per quanto riportato nella Del. G.R. Emilia-Romagna n. 3620 del 28.02.2022 avrebbe partecipato alla riunione di coordinamento del 21.02.2022 tra le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana finalizzata alla rimodulazione delle prescrizioni relative alle zone confinati con l’area infetta - attualmente prevede limitazioni di attività oltre che per la Zona Infetta solo per quei territori della Provincia di Pavia che ricadono nell’area di 10 Km dai confini della zona infetta in quanto con Ordinanza del Presidente n. 2.522 del 28.02.2022, le limitazioni delle attività nei Comuni della Provincia di Pavia esterni dall’area buffer disposti con il precedente Decreto del Presidente n. 859 del 21.02.2022, non sono stati replicati. L’attenzione, la prudenza e le precauzioni adottate dalla Regione Toscana per affrontare l’emergenza PSA hanno trovato accoglimento serio e responsabile del mondo venatorio della Provincia di Massa Carrara, ampiamente dimostrato dalla partecipazione che la base del mondo venatorio ha messo in campo a vantaggio di tutta la collettività.

L’esperienza, la conoscenza del territorio e in ultimo - ma non per importanza- il proprio tempo libero profusi dai cacciatori per la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale, oggi merita la dovuta attenzione nel senso di una valutazione aggiornata della situazione sanitaria per giungere ad un alleggerimento delle restrizioni vigenti, peraltro alla stregua di quanto già fatto dalle regioni confinanti con la provincia di Massa Carrara. La rimodulazione, in alleggerimento, delle attuali restrizioni, potrebbe trasmettere un senso di fiducia e positività assai utile per il futuro; infatti, non è possibile pensare ad una gestione della PSA- se mai dovesse affrontarsi- senza una partecipazione attiva e convinta dei cacciatori che devono sentirsi parte di un meccanismo di gestione funzionante ma non penalizzante.

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1 commenti finora...

Re:PSA: ripensare le limitazioni

Il solito caos del regionalismo esasperato, con venti soluzioni diverse

da GofffredoD 16/03/2022 13.39