Il Tar di Brescia negli scorsi giorni ha deciso di sospendere il provvedimento con il quale l'ufficio territoriale di Bergamo della Regione Lombardia aveva deciso di affidare la caccia di selezione nel territorio circostante l'oasi Wwf Valpredina proprio al Wwf. Un'area pre parco in cui regolarmente è sempre stata autorizzata la caccia selettiva dal Comprensorio Alpino, che è l'ente di competenza e che per tale motivo, si è rivolto al Tar.
Il Cac sull'Eco di Bergamo lamenta che da un paio di anni gli uffici regionali territoriali travalichino il ruolo affidato loro dalla legge regionale, modificando unilateralmente gli atti di pianificazione di competenza del Comprensorio. In attesa della decisione di merito, fissata per il 6 aprile, il Tar ha sospeso il provvedimento e per effetto la Regione ha stabilito la validità dei provvedimenti precedenti.
Wwf aveva incaricato una ventina di cacciatori scelti tra quelli che avevano già abbattuto più cinghiali durante la stagione, attribuendo loro un piano di 400 capi da completare entro il 31 marzo. Il tutto senza limiti al carniere e senza pagare il contributo richiesto agli altri cacciatori del comprensorio di 51 euro a cinghiale (destinati al ristoro dei danni).
Al di là dei tecnicismi, risulta quantomeno azzardato che ad occuparsi degli abbattimenti sia un'associazione ormai a tutti gli effetti animalista. Basta infatti richiamare alla memoria le decide di comunicati in cui a più riprese si dichiarano contro la caccia e contro ogni tipo di abbattimento, salvo poi affidarsi ai cacciatori per il mantenimento degli equilibri naturali della propria oasi, unica via, evidentemente, per gestire una specie come il cinghiale.
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