L'Associazione dei Cacciatori Migratori Acquatici (Acma) ha realizzato un'analisi dettagliata del Rapporto Ispra 2009 sulle specie cacciabili, presentato pochi mesi fa alle audizioni della Commissione Ambiente del Senato in merito alla revisione della legge 157/92.
BigHunter poco dopo quelle audizioni ha dedicato un'apposita sezione al Rapporto Ispra, dove le schede delle diverse specie sono consultabili singolarmente, rendendo fruibile agli utenti le valutazioni dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e sottolineando l'importanza delle stesse nella determinazione delle disposizioni della nuova 157 riguardo a tempi e specie oggetto di caccia.
Lo studio di Acma ha valutato attentamente i dati per ogni singola specie relativamente agli acquatici, evidenziando i metodi utilizzati dall'Ispra nel determinare lo stato di conservazione delle varie specie e sottolineando quali sono secondo l'associazione le mancate valutazioni, in virtù di dati disponibili e non sempre presi in considerazione dall'ente nazionale.
“In particolare – si legge nel rapporto di Acma - ci risulta difficile capire come l’ISPRA possa ignorare , per quanto riguarda le specie acquatiche, i dati forniti dai censimenti invernali degli uccelli acquatici svolti da decenni in tutta Europa da Wetlands International e i cui risultati più recenti sono pubblicati nel volume “Waterbird Population Estimates” by Wetlands International (2006) (nel prosieguo della trattazione citato come WPE ) e sul sito www.wetlands.org in forma di grafici riportanti i trend per macro-zone Europee. Tale perplessità viene rafforzata anche dal fatto che l’istituto coordinatore di tali censimenti in Italia è proprio l’ISPRA (ex INFS ) e che tali risultati sono utilizzati nel rapporto in esame come fonte per l’analisi della consistenza e del trend delle popolazioni svernanti in Italia”.
“Questa posizione sorprende ancora di più – prosegue l'esame di Acma - se si valuta che i dati forniti da Wetlands International relativi ai censimenti invernali vengono effettuati durante il mese di gennaio in tutta Europa e in Africa ovvero in un mese in cui il movimento migratorio di discesa è concluso mentre quello di risalita non è ancora iniziato. Inoltre gli uccelli in questo periodo tendono a concentrarsi nei siti idonei allo svernamento; entrambe queste condizioni, nonché l’alta copertura territoriale dei censimenti, rendono i risultati di questa ricerca come i più attendibili per quanto riguarda le tendenze demografiche e le consistenze delle popolazioni di uccelli acquatici”.
Acma sottolinea inoltre che i dati di Birdlife International (associazione che raggruppa le associazioni protezionistiche del continente, in Italia il rappresentante è la LIPU ), si basano per la maggior parte dei casi sulla nidificazione, periodo in cui gli uccelli acquatici tendono a disperdersi in areali riproduttivi molto ampi. Senza contare che la maggior parte delle nidificazioni avvengono nelle regioni sub – artiche del continente, difficili da censire e nelle quali non esiste un programma di monitoraggio quantitativo costante ed affidabile.
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