Riceviamo e pubblichiamo:
La polemica innescata da alcune associazioni animal/ambientaliste (WWF, Lipu, LAC etc.) contro il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani, dimostra ancora una volta il volto peggiore di un atteggiamento pregiudizievole e fazioso.
L’imparzialità dei rappresentanti delle Istituzioni chiamati a garantire tutti i cittadini, anche supportata da elementi oggettivi sul piano tecnico e scientifico, viene aggressivamente presentata da parte del mondo pseudo ambientalista, come una disputa tra opposte fazioni, tra sedicenti detentori della verità assoluta e politici schierati e condizionati dalla famigerata “Lobby venatoria”.
Con l’approvazione dei Calendari venatori alle porte, il clima torna ad infiammarsi e la demagogia anticaccia, riemerge nonostante le difficolta gigantesche di questo nostro paese e della situazione internazionale.
L’oggetto del contendere è una lettera inviata dallo stesso Cingolani, al Commissario dell’Ambiente UE, nella quale si evidenziano incongruenze metodologiche dei cosiddetti Key concepts - paesi di latitudine simile registrano tempi di prelievo venatorio di alcune specie di avifauna migratoria, assai differenziati - tali da determinare notevoli disparità di trattamento all’interno dell’Unione Europea: nella lettera il Ministro Cingolani chiede pertanto, secondo noi giustamente, di adottare soluzioni scientificamente omogenee. Un esempio emblematico è quello del Tordo bottaccio (Turdus philomelos), ma l’esempio potrebbe estendersi a numerose altre specie migratrici oggetto di caccia - al quale, in Francia, la caccia chiude alla seconda decade di febbraio, mentre in Italia termina al 31 gennaio (anche se Ispra indica la data del 10 gennaio).
Le associazioni ambientaliste/animaliste paventano a gran voce sui vari organi di informazione (es. Fatto Quotidiano del 24 maggio) la possibilità che l’invio della lettera di Cingolani, possa portare, in Italia, ad un allungamento dei tempi di prelievo venatorio quando semmai il nodo del contendere è quello di ristabilire un criterio oggettivo ed omogeneo tra stati non condizionato da fattori estranei ne ideologici come purtroppo da troppo tempo sta avvenendo.
La posizione correttamente espressa da parte del Ministro, dovrebbe pertanto portare ad elementi di chiarezza che finalmente, vengono raccolti da chi in prima persona si occupa delle tematiche ambientali e di una corretta e rispettosa gestione delle specie selvatiche. Un elemento fondamentale per giungere ad una lettura univoca dei Key concepts funzionale ad una corretta stesura dei futuri Calendari venatori da parte delle Regioni oggi condizionata fortemente dai pareri Ispra.
Se la scienza per natura delle cose, rappresenta un punto fermo da osservare per tutelare l’interesse generale, allora perché tanto clamore?