Si è tenuta il 1° giugno a Roma, nella ormai consueta forma mista in presenza e da remoto, l’assemblea nazionale della Federazione Italiana della Caccia, appuntamento che riunisce i presidenti provinciali e regionali di tutto il Paese. Adempiuti i passaggi formali che hanno visto la nomina a Presidente dell’assemblea di Giulio Piccioni, dirigente provinciale di Terni, e l’approvazione del verbale dell’assemblea precedente, ha preso la parola il Presidente nazionale Massimo Buconi, che ha aperto i lavori salutando e ringraziando per la sua partecipazione il Presidente nazionale Enci Dino Muto. Con l’Ente Nazionale della Cinofilia, come ha ricordato il Presidente Muto intervenendo brevemente per un saluto, molte sono le iniziative in comune, da quella del Life Starna, che vede Federazione ed Ente partner in questo importantissimo progetto, ai momenti di verifica e selezione delle razze da caccia ai costanti contatti per portare avanti in ambito parlamentare e ministeriale le tematiche di comune interesse. “Sul territorio – ha detto il Presidente Muto – le sedi Enci sono spesso ‘ospiti’ delle sezioni Federcaccia, anche a simboleggiare una vicinanza col mondo venatorio che affonda le sue radici agli esordi del nostro Ente, nato proprio per volontà dei cacciatori cinofili”.
Nella sua relazione il Presidente Buconi ha aggiornato i dirigenti sull’attualità relativa alla Psa, ringraziando in particolare i presidenti dei territori interessati, soprattutto del Piemonte e della Liguria, per la collaborazione assicurata tramite le loro sezioni e gli iscritti alle Istituzioni locali e nazionali nelle – invero ancora poche, come non ha mancato di sottolineare – iniziative concrete volte a controllare e debellare l’infezione.
Uno sforzo collettivo che si affianca a quello che il Nazionale esercita presso le autorità di Governo e il Commissario, per fare in modo che dalle “carte” si passi finalmente alle azioni, anche rivedendo le norme attuali e ricorrendo se necessario a misure speciali per raggiungere l’obbiettivo.
Fra le questioni seguite da vicino anche alcune iniziative legislative in corso di esame che necessitano di attenzione, in particolare in tema di benessere animale, di igiene urbana veterinaria, di specie esotiche (fra le quali ricadono specie come la comune quaglia, da sempre utilizzata per l’addestramento).
Di particolare interesse, come ha sottolineato il Presidente, la discussione che si sta sviluppando attorno al cosiddetto approccio “One Health”, che vede una stretta collaborazione interdisciplinare a tutti i livelli volta a ottenere una salute ottimale di persone, animali e ambiente, e vede ufficialmente riconosciuta la funzione di sorveglianza sulla fauna compiuta dai cacciatori. Un tema che Federcaccia aveva anticipato nei mesi scorsi e che ha portato recentemente alla firma di un protocollo di lavoro su un progetto comune di studio con l’Università di Torino.
Quotidiano l’impegno anche grazie al lavoro dell’Ufficio Studi e Ricerche sul tavolo dei calendari venatori e della revisione dei KC, sulla quale si è ottenuto un interessamento diretto del Ministro Cingolani, proprio per questo fatto oggetto di pubbliche contestazioni da parte di ambienti animalisti e protezionisti.
Unanime approvazione ha riscosso infine la volontà di promuovere una raccolta a livello nazionale volta a donare al ministero della Pubblica Istruzione una fornitura di tablet destinati ai giovani studenti ukraini ospitati in Italia. Un gesto concreto di solidarietà alla cui individuazione si è giunti dopo un attento confronto con il Dipartimento della protezione civile e che vede ancora una volta i cacciatori mettersi a disposizione, come già fu fatto con il Covid per portare il loro contributo a fianco della società civile.
Un lavoro e una attenzione a tutto tondo dunque, ben percepiti dai cacciatori, che hanno premiato la Federazione accordandole sempre più fiducia. Come ben messo in evidenza dal vicepresidente Giordano nella sua relazione infatti, non solo il numero degli iscritti non è calato malgrado il periodo difficile attraversato dalla caccia, ma perfino il calo per così dire “fisiologico”, dovuto alla scomparsa o all’abbandono, degli iscritti è stato compensato da forze fresche, con un progressivo spostamento verso le classi più giovani di età.