Ha destato indignazione lo spettacolo dichiaratamente anticaccia dell'arcinoto Mario Tozzi andato in onda su Rai 3 sabato 11 giugno nella trasmissione Sapiens. Il geologo, nelle sue vesti di divulgatore scientifico, ha usato il servizio pubblico per esprimere la sua ideologia animalista, non curandosi minimamente di esporre dati oggettivi o comunque di garantire un contraddittorio. Tant'è che all'indomani della trasmissione, dopo le numerose critiche ricevute ha bellamente commentato così: "ieri alcuni cacciatori si sono irritati, ma resta il fatto che non mi pento di detestare chi uccide per divertimento e i cacciatori fanno questo. Nessuna empatia".
Non molto edificante per uno scienziato (Tozzi come scritto sopra è un geologo e per questo ha ricoperto incarichi pubblici rilevanti), esporre tesi a partire da profonde convinzioni dettate, per sua stessa ammissione, dall'irragionevole odio per una categoria di persone. Con persone così emotivamente coinvolte, lo sappiamo per esperienza, è impossibile ragionare o comunque esporre dati oggettivi. Resta comunque bizzarro che tra le fila di questi irriducibili animalisti, si debbano annoverare personaggi tenuti in grande considerazione dai media e dalla tv pubblica. Evidentemente c'è ancora molto da fare per pretendere un civile ed equilibrato trattamento di questo genere di argomenti.
Di seguito abbiamo raccolto un po' di reazioni alla trasmissione:
Giacomo Cretti, giornalista:
Lancio un appello a tutti gli uomini liberi che hanno il diritto di essere informati secondo le regole deontologiche ispirate dalla Costituzione e dalle norme che regolano l'informazione in Italia a ribellarsi all'atto di violenza ideologica perpetrato da Mario Tozzi sul canale Tre della Rai, nel corso della trasmissione Sapiens, dove ha elencato una serie di dati sulla caccia in Italia, prendendo spunto da "recenti sondaggi" senza esplicitarli perché frutto della sua impostazione ideologica, e dei suoi pregiudizi, arrivando a fornire cifre che, per fortuna, esistono solo nella sua fantasia e statistiche prive di qualsiasi fondamento. Affermare che 600.000 cacciatori, anche questo dato non reale, abbattono nel corso di una stagione venatoria 464 milioni di animali, cioè 773 a testa, ha il solo scopo di spaventare coloro che non conoscono la materia ed indurli a perseguirla. Presentare una statistica, senza citare le fonti perché non esistono, che afferma che il 69% degli italiani sono contro la caccia, il 21% non si esprime e solo il 10% sono è a favore, ha il solo scopo di fare propaganda a favore della cultura vegano/animalista, anche con i soldi dei 600.000 cacciatori che pagano il canone alla RAI, e quindi il suo stipendio, che al contrario non hanno diritto al contraddittorio. L'intervento di un guardia parco che mette in luce lo stato di crisi dello stambecco, in termini di variabilità genetica dovuto alla consanguineità della popolazione concentrata nell'area del Gran Paradiso, al contrario dell'ottimo stato di salute del camoscio che viene cacciato in tutto l'arco alpino, è ignorata perché contraria all'economia del suo discorso. Io chiedo a tutti di protestare, cacciatori e non, perché tutti abbiamo diritto che sulla televisione di Stato sia tutelato il rispetto delle idee, e delle pratiche, consentite dalle Leggi e tutelate dallo Stato. Mi torna in mente la frase con la quale Vespasiano rispose al figlio che lo accusava di vendere l'urina dei bagni pubblici ai tintori per trarne ammoniaca: "pecunia non olet!". Bene se i nostri soldi puzzano che la RAI si faccia pagare dagli animalisti e dai falsi profeti e non da chi pur pagando deve subire il fascismo delle arringhe senza poter difendere le proprie idee, la cultura e le tradizioni che hanno nella ruralità fatto crescere questo Paese, e permesso a tanti "Tozzi" una vita migliore. Mi aspetto una risposta forte dalla Cabina di Regia delle Associazioni venatorie e dai tanti politici che dicono di difendere la nostra cultura, i nostri saperi, il nostro importante indotto, ma soprattutto la nostra libertà.
Francesco Bruzzone, Senatore
È andata in onda una delle peggiori trasmissioni con contenuti non veri e affermazioni fuorvianti di parte, senza neanche il contraddittorio, proprio in questo periodo in cui la caccia è l'unica salvezza per il mantenimento dell'equilibrio faunistico....
La faziosità non ha limiti...
Se mi verrà concesso...in settimana succederà qualcosa...aggiorniamoci su Facebook....
Marco Ciarafoni sulla bacheca di Mario Tozzi
Naturalmente lei è libero di esprimere le sue opinioni. Ciò che non può fare è esprimerle utilizzando il servizio pubblico senza alcun contraddittorio ed utilizzando risorse che mettono a disposizione anche i contribuenti cacciatori. La sua intolleranza, peraltro supportata da dati statistici inverosimili, mal si concilia con le regole della democrazia e del pluralismo informativo. Si può essere a favore o contro la caccia ma non trova alcuna giustificazione il fervore propagandistico sulla Rai pubblica. Mi auguro che a Rai Tre riflettano su questo aspetto, dal mio punto di vista dirimente. Buona giornata
Massimo Marracci (commentando il post di Ciarafoni)
Totalissimamente d'accordo... e che un soggetto con titolo accademico non se ne renda conto, anzi faccia vanto della propria assenza di empatia (che peraltro fervidamente contraccambio) per una categoria di cittadini contribuenti al canone RAI, è indice della sua inadeguatezza televisiva. Grave responsabilità della Rai a consentire che tutto ciò accada....
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