Altra decisione farsa, anche in Francia. Per anni, i cacciatori hanno avvisato l'opinione pubblica delle difficoltà che il gallo cedrone sta incontrando nella riproduzione. Per questo hanno nel tempo adeguato i prelievi a questa situazione, partecipando anche a precisi studi scientifici che hanno consentito di stabilire quote di prelievo molto rigide secondo gli indici di riproduzione.
Già nel 2021 i cacciatori hanno deciso di non prelevare alcun soggetto di gallo cedrone. Come spiegato in un articolo pubblicato sul sito web della Federazione Francese della Caccia, i cacciatori hanno affrontato il problema frontalmente molto prima che gli ecologisti ricordassero l'esistenza della specie:“Per quanto sorprendente possa sembrare - fanno perciò sapere - è quindi nei Pirenei, dove il gallo cedrone viene cacciato in condizioni molto rigide, con quote e secondo l'indice di riproduzione, che la specie se la cava meglio che altrove. Il motivo è semplice e di buon senso, ma è molto inquietante per chi ancora crede che vietare la caccia sia la soluzione miracolosa per garantire il mantenimento della biodiversità nelle nostre montagne. Nei Pirenei avere il diritto di cacciare significa soprattutto avere il dovere di preservare questo uccello, simbolo delle nostre montagne selvagge.»
Sospendendo definitivamente la caccia al gallo cedrone per cinque anni in tutta la Francia su richiesta degli anitcaccia - dicono alla FNDC - il Consiglio di Stato offre loro l'occasione per atteggiarsi a protettori di una specie di cui forse non conoscevano probabilemnte l'esistenza, senza sapere soprattutto che i cacciatori si sono impegnati per anni per garantirne la presenza sul territorio.
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