Il comizio anticaccia del prof. Mario Tozzi è solo l’ultima, in ordine di tempo, delle offensive animaliste di stampo talebano contro la caccia e i cacciatori che vengono lanciate dal compiacente palcoscenico di Rai 3.
Una testata che, nel corso degli anni, insieme a importanti quotidiani nazionali e ad altre testate giornalistiche televisive, ha ospitato – sempre senza uno straccio di contraddittorio – le esternazioni ideologiche dei vari animalisti di turno, desiderosi di lusingare un’opinione pubblica sempre più disinformata su cosa sia la caccia moderna e su ciò che rappresentano i cacciatori nella gestione ambientale e faunistica.
A seguito dell’ennesima crociata anticaccia del geologo divulgatore (che non è certo nuovo a simili exploit), si è levato un comprensibile coro di proteste sul web e sui vari social, di tantissimi semplici cacciatori, con interventi di qualificati giornalisti ed esponenti delle varie associazioni venatorie contro l’arroganza del professor Tozzi e i suoi dati che parlano di abbattimenti annuali assolutamente
farneticanti e privi di qualunque valore scientifico e tecnico.
Ma se l’amarezza che traspare in gran parte di tali commenti è ampiamente giustificata e comprensibile, altrettanto non si può dire dei soliti interventi di stampo qualunquistico che incolpano l’associazionismo venatorio di immobilismo e di mancanza di iniziative in difesa dei cacciatori italiani.
Ritengo doveroso, quindi, specie per chi ha poca memoria e per coloro che sono abituati a fare di tutte le erbe un unico fascio, che la Libera Caccia, non si è limitata a inondare il web con comunicati stampa contro ogni abuso, ma ha fatto ciò che i suoi associati si aspettavano e che era doveroso che facesse.
Non solo indirizzando lettere ufficiali di protesta ai vari responsabili delle testate giornalistiche ma facendo ciò che adesso tutti chiedono a gran voce come se fosse la soluzione di ogni problema. Solo quattro anni fa, infatti, la Libera Caccia non si è limitata a diramare il solito comunicato stampa di protesta. Minacciando di adire le vie legali, ma ha presentato querela contro RAI 3 a seguito della trasmissione televisiva "Indovina di chi viene a cena" del giorno 18 agosto 2018.
La querela, per diffamazione a mezzo stampa, è stata depositata a Roma dallo Studio Lemme, che tutela Libera Caccia.
Ecco, questo ritengo doveroso ricordarlo ai tanti (troppi) che forse lo hanno dimenticato.
Il presidente
Paolo Sparvoli