Si è svolta a Bruxelles una conferenza sul tema della gestione delle problematiche dovute alla presenza dei grandi carnivori "Bestiame e grandi carnivori in Europa: Discussing a way forward" organizzata dall'intergruppo "Biodiversity, Hunting & Country-Side” in collaborazione con la Federazione europea per la caccia e Conservazione (FACE).
L'evento è stato ospitato dal vicepresidente dell'Intergruppo e membro della commissione agricoltura del PE, l'eurodeputato Simone Schmiedtbauer (Austria), con il commento introduttivo dell'eurodeputato Thomas Waitz (Austria), membro supplente della commissione agricoltura del PE.
Nel suo messaggio di apertura, l'eurodeputata Simone Schmiedtbauer ha sottolineato che “Bruxelles deve prestare attenzione al dolore e alla sofferenza umana e alla sofferenza degli animali d'allevamento causati dall'espansione dei grandi carnivori. Le comunità rurali non sono cittadini di "seconda classe" e le loro esigenze devono essere prese sul serio".
Nelle sue osservazioni introduttive, Thomas Waitz, eurodeputato austriaco e copresidente del Partito dei Verdi europei, ha affermato che: “I grandi carnivori sono una parte essenziale della fauna selvatica europea. Come per molte altre specie, servono meccanismi per organizzare la convivenza con l'agricoltura regionale”.
Con un'attenzione particolare alle dimensioni umane dei conflitti, gli scienziati e gli esperti hanno fornito un contesto alla questione spesso complessa dell'allevamento e dei grandi carnivori in Europa. Il punto di vista della Commissione Europea è stato fornito dal Dr. Nicola Notaro, Capo dell'Unità di Conservazione della Natura nella DG Ambiente. Ha affermato che: “Il continuo recupero dei grandi carnivori contribuisce ai più ampi obiettivi di biodiversità dell'UE per il 2030 ed è una componente importante del ripristino degli ecosistemi europei, recentemente proposto dalla Commissione. In questo contesto, gli Stati membri stanno attualmente finalizzando i loro piani strategici della PAC per il periodo 2023-2027. È importante che assicurino un sostegno adeguato alla convivenza tra allevamento sostenibile e grandi carnivori. La Commissione riconosce pienamente la sfida delle comunità rurali di fronte al ritorno dei grandi carnivori dopo molto tempo. Nell'ambito delle sue competenze, continuerà a fornire loro supporto tecnico e finanziario”.
Il Dr. John Linnell, ricercatore senior dell'Istituto norvegese per la ricerca sulla natura, ha fornito un'idea dello stato di avanzamento scientifico: "Negli ultimi decenni siamo andati molto lontano in termini di comprensione della natura dei conflitti tra i grandi carnivori e il bestiame, in in termini di comprensione di quali misure possono ridurre questo conflitto e in termini di messa in atto di politiche finanziarie e tecniche per attuare tali misure. Tuttavia, il fatto che i conflitti rimangano intensi riflette il fatto che non sono proprio gli aspetti tecnici a essere al centro delle controversie. Piuttosto è un conflitto su fiducia, valori e visioni diverse per le campagne europee. C'è urgente bisogno che pastori e ambientalisti lavorino insieme”.
Il dott. Tasos Hovardas di CALLISTO – Wildlife and Nature Conservation Society (Grecia) ha fornito approfondimenti su ricerche recenti che hanno dimostrato che i programmi di sviluppo rurale (PSR) possono svolgere un ruolo sostanziale nel sostenere gli agricoltori nella prevenzione dei danni e che ci sono maggiori opportunità nell'utilizzo dei PSR per supportare la consulenza e la collaborazione delle parti interessate.
Raul Muñiz, vicepresidente del gruppo di lavoro sulle carni ovine e caprine del COPA-COGECA, ha fornito il suo contributo dal punto di vista di un agricoltore: “Le persone delle campagne rurali hanno bisogno di maggiore flessibilità per gestire i conflitti con i grandi carnivori e non perdere gli strumenti a disposizione”.
“Il problema è che le popolazioni animali non aspettano le lungaggini burocratiche di Bruxelles per incrementare il proprio numero e incidere maggiormente in termini di predazione dei capi allevati - evidenzia il vicepresidente dell’intergruppo Marco Dreosto -. La prevenzione con recinzioni e cani da difesa è spesso impraticabile o insufficiente, agli allevatori non interessa ricevere gli indennizzi dell’UE per le opere di prevenzione o il risarcimento dei capi predati, vogliono che i propri animali restino in vita, pena la rinuncia all’allevamento estensivo, pratica peraltro incentivata dalla stessa UE: un paradosso che le istituzioni hanno il dovere di risolvere al più presto, apportando urgenti soluzioni normative che mettano in condizione gli Stati membri di agire adeguatamente”.
Sul tema anche il membro dell’intergruppo Massimo Casanova: “Il collega Waitz nel suo intervento ha evidenziato come in Austria potrebbero iniziare ad esserci problemi anche per il settore turistico, lo stesso potrebbe accadere in Italia; anche per questo è importante che le diverse categorie e le comunità che riscontrano problemi legati alla presenza dei grandi carnivori facciano comune istanza nei confronti delle istituzioni competenti, chiedendo soluzioni adeguate”.
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