Vanni Ligasacchi, consigliere regionale in Lombardia per il Pdl, ha preso una forte posizione riguardo alla nuova legge per la caccia in deroga e sull'uso dei richiami vivi, la cui discussione è stata appena calendarizzata in Regione entro fine luglio: “sono anche disposto a dimettermi dalla Commissione regionale sulla caccia se la Lega non sosterrà un progetto di legge sulle deroghe per la prossima stagione venatoria” ha detto Ligasacchi, che ha poi rincarato la dose sostenendo di essere disposto a ritirare il progetto del suo gruppo politico qualora la Lega ne presenti un altro che preveda ancora più specie cacciabili in deroga.
Al momento l'unico testo di legge presentato è infatti quello a firma di Ligasacchi, Macconi, Saffioti, ,tutti esponenti del Pdl e senza l'appoggio della Lega la legge non avrebbe probabilmente la necessaria maggioranza per passare, ecco così giustificata la sollecitazione dell'esponente del Pdl che intende affrontare in tempi brevissimi la questione.
“Stiamo sollecitando quasi giornalmente la Lega”, ha affermato Ligasacchi, “Affinché apponga le firme necessarie a raggiungere uniti la maggioranza in aula. Non capisco le ragioni di questo tentennare, ancorpiu’ che questo pdl ricalca il progetto di legge della regione vento da sempre visto come chimera e votato dal gruppo della Lega in Veneto"
Per quanto riguarda i ricorsi al Tar, questi – dice Ligasacchi – hanno rimesso alla suprema Corte il giudizio non sulla legge 24 ma sui quantitativi del prelievo stabiliti nella Conferenza Stato Regioni chiedendo alla corte di abolire soltanto l'articolo in merito. Sulle sentenze della Corte Costituzionale, Ligasacchi dichiara “bisogna finalmente dire, a onor del vero che quelle due leggi erano del 2007 e che la Corte non ha affatto cancellato la legge regionale sulle deroghe dell’anno scorso la n. 24 che rimane tuttora in vigore”.
Una battaglia cruciale quella delle deroghe secondo Ligasacchi, che egli dice di sostenere in nome dei suoi elettori: ”Se sono qua – ha infatti dichiarato - lo devo al mio popolo a chi mi ha votato, e chi mi ha votato sono i cacciatori, sia ben chiaro la mia parola è per loro, per la mia gente per chi mi ha chiesto di essere qua a rappresentarli”.
“Ho il timore – conclude il consigliere - che per prendere qualche voto in più qualche leghista spingerà addirittura su una strada opposta, chiedendo l’inserimento di molte specie, come hanno tentato di fare nel veneto non accontentandosi di aver aggiunto pispola e prispolone. Se così sarà, noi saremo dalla parte della caccia. Ma lo saremo anche con la saggezza di chi ha capito che il recupero delle cacce tradizionali e la difesa della cultura rurale passa da proposte si coraggiose ma serie e fattibili e non dai proclami elettorali”.