In Emilia Romagna, la possibilità di intervenire in “autodifesa”, messa a disposizione degli imprenditori agricoli per abbattere i cinghiali che devastano i campi, secondo Arci Caccia presenta numerose ed importanti storture che hanno bisogno di attenzione, monitoraggio e correttivi. Questo è quanto ha chiesto il Presidente Maffei nelle due lettere sul tema inviate agli ATC e all’Assessore Mammi.
Nella lettera agli Atc si legge "l’autodifesa raramente viene esercitata direttamente dall’agricoltore, da suoi congiunti o dipendenti, ma nella stragrande maggioranza da terzi, che ormai si stanno specializzando e molto spesso si offrono agli agricoltori con il fine principale di guadagnare opportunità di caccia esclusiva". Si fa anche presente che "i cacciatori che hanno scelto di dedicarsi a questa attività raramente prendono parte alle attività di prevenzione che comunque continuano a essere svolte dagli altri cacciatori" e che infine "nessuna correlazione diretta è stata stabilita tra chi attua l’autodifesa e le modalità di riconoscimento e liquidazione dei danni da parte degli ATC".
Lettera inviata alla Regione
Lettera inviata agli ATC