Una pesante accusa quella rivolta da WWF Valtellina e Valchiavenna al comparto venatorio della valle: “La colpa dei danni provocati dai cinghiali è dei cacciatori” queste le parole del presidente dell'associazione ambientalista locale William Vaninetti che ha così risposto alla denuncia dei troppi danni alle coltivazioni nella zona del Mortirolo.
I cacciatori sono accusati direttamente per presunte immissioni illegali di cinghiali in Valtellina, territorio non vocato per la specie. Secondo WWF queste accuse sarebbero sostenute anche dal piano faunistico provinciale del 2007 che recita “i cinghiali sono immessi illegalmente per sostenere l'attività venatoria”, la quale resterebbe ancora preclusa proprio per evitare le stesse immissioni illegali “necessarie per il mantenimento di buoni prelievi”.
Si paventa una sorta di continua pressione da parte chi vorrebbe l'apertura della caccia al cinghiale nella valle (i cacciatori secondo il WWF).
Nel suo comunicato WWF ancora una volta cade in contraddizione attribuendo prima alla caccia le immissioni di cinghiali e poi considerandole giustamente illegali, pertanto compiute da bracconieri. Un distinguo importantissimo ma trascurato dall'associazione ambientalista.
La questione appare semplificata e in parte strumentalizzata da WWF che si mantiene su un livello di superficialità e preferisce non indagare una realtà assai più complicata di quello che appare.
Come sempre BigHunter ha cercato di ristabilire la verit�ed ha sottoposto la questione al Presidente del Comprensorio alpino di Sondrio Ernesto Celibelli. Ecco quanto ci ha dichiarato:
Immissione di cinghiali: la situazione
"Nella zona del Mortirolo sono stati probabilmente immessi cinghiali per oltre vent'anni da persone che niente hanno a che fare con la gestione venatoria della zona. Il cinghiale qui è giustamente considerata una specie dannosa, è responsabile di smottamenti, dell'abbandono delle terre da parte dei contadini, dello sperpero di risorse per il risarcimento dei danni e rappresenta una minaccia per la sopravvivenza di altre specie.
Insomma nessuno qui vuole il cinghiale, tanto meno i cacciatori che in questa zona praticano soprattutto la caccia di selezione (cervi, caprioli e camosci), penalizzata dalla voracità dei cinghiali che privano queste specie, già provate dagli inverni rigidi, delle risorse alimentari necessarie per la loro sopravvivenza".
I cacciatori colpevoli?
"I cacciatori non fanno pressioni per aprire la caccia al cinghiale ma hanno semplicemente offerto il loro aiuto per l'eradicazione della specie, in accordo con gli agricoltori locali. Proprio la scorsa settimana abbiamo tenuto un incontro con Coldiretti e abbiamo concordato sulla necessità di fare qualcosa per eliminare la specie dalle nostre valli. Abbiamo offerto la nostra collaborazione alla Provincia che però si avvale di operatori qualificati così come vuole la legge".
Lo stop alla caccia non è una soluzione
"La tesi che l'apertura della caccia ai cinghiali favorirebbe l'immissione illegale come sostenuto dal WWF è in realtà stata condivisa per anni anche da Federcaccia ma si è notato che utilizzando altri sistemi invece che risolvere la situazione è peggiorata, con la comparsa del cinghiale in un areale sempre più vasto.
E' da ricordare che chi libera cinghiali sul territorio, soprattutto in una zona non vocata come la nostra, agisce nell'illegalità ed è a tutti gli effetti un delinquente".
La proposta dei cacciatori
"Quello che noi come Comprensorio alpino abbiamo chiesto alla Provincia, così come gli altri comprensori e Atc è che venga permesso ai cacciatori di collaborare per l'eradicazione totale della specie, permettendo loro di sparare anche al cinghiale durante la caccia di selezione agli altri ungulati, così da evitare dispendiose uscite notturne che altro non fanno che estromettere i cacciatori dalla gestione faunistica locale. Naturalmente la gestione delle carcasse sarebbe controllata dalla Provincia che potrebbe decidere se venderle o lasciare una parte ai cacciatori.
Ciò darebbe la possibilità ai cacciatori di poter essere soggetti attivi nella gestione della specie e limiterebbe le azioni di immissione illegale fino a farle cessare del tutto. Basta pensarci un attimo: chi immette illegalmente i cinghiali punta poi ad abbatterli altrettanto illegalmente, trovandosi mille cacciatori autorizzati ad eliminare ogni cinghiale, le immissioni sarebbero automaticamente vanificate.
Il problema è soprattutto legislativo, non si può autorizzare formalmente i cacciatori all'abbattimento dei cinghiali perchè automaticamente diventa attività venatoria. Basterebbe la volontà da parte delle istituzioni ad intraprendere la via dell'eradicazione totale, in modo da poter autorizzare i cacciatori per stato di necessità, in via cioè straordinaria a contribuire attivamente in questo senso.
Per il WWF questa è un'occasione di sparare a zero sui cacciatori, per questioni idealistiche, vadano i signori del WWF ad analizzare concretamente come e se si sta gestendo il problema".