In merito alle prossime elezioni politiche del 25 settembre, il Comitato Nazionale Caccia e Natura, insieme a Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi e Italcaccia, riunite nella Cabina di Regia Unitaria del Mondo Venatorio, hanno sottoposto all’attenzione delle forze politiche, dei partiti, dei movimenti e dei singoli candidati un manifesto e una lettera di intenti per il riconoscimento del ruolo dell’attività venatoria come protagonista della preservazione e conservazione della biodiversità, rendendosi disponibile per un confronto serio e costruttivo sui temi della salvaguardia ambientale.
Le Associazioni scriventi hanno ricordato l’importanza e la legittimità dell’attività venatoria, basata sull’utilizzo di risorse naturali rinnovabili, scientificamente orientata, regolata da norme che garantiscono la sostenibilità del prelievo e la conservazione delle specie nel loro complesso, e si augurano che le forze politiche mettano in agenda la tutela di questi valori.
Di seguito il manifesto
Il valore della caccia, per le tradizioni, la cultura rurale, per la tutela
dell’ambiente e la difesa della biodiversità.
Un manifesto per le forze politiche e i cittadini.
L’attività venatoria è basata sull’utilizzo di risorse naturali rinnovabili, scientificamente orientato, regolato da norme nazionali e internazionali che garantiscono la sostenibilità del prelievo e la conservazione delle specie nel loro complesso, non solo quelle oggetto di caccia. La gestione attiva del territorio realizzata anche attraverso la caccia è un valore assoluto per la tutela della biodiversità, la salvaguardia del nostro ambiente naturale e agrario, la sopravvivenza del tessuto rurale, la qualità della vita della popolazione.
In un Paese sempre più vulnerabile come il nostro occorre assumere un nuovo paradigma di sviluppo improntato alla qualità ed alla sostenibilità nel quale si inserisce a pieno titolo la figura del cacciatore inteso nella sua concezione moderna di paladino del territorio.
Da tempo, con il nostro impegno sul territorio, lontani dai salotti degli ideologismi, operiamo per sostenere lo sforzo delle istituzioni e della comunità scientifica per uscire dalla crisi e dare una prospettiva di benessere alle generazioni che verranno. Ci anima l'interesse generale partendo dalla nostra millenaria specificità che è al tempo stesso storia, cultura, tradizione e impegno civico.
Il 70% del territorio agro-silvo pastorale italiano è gestito attraverso gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), i Comparti Alpini (CA) e gli Istituti faunistici, quindi da cacciatori, agricoltori e ambientalisti.
I cacciatori intervengono sul territorio facendosi carico dei relativi costi, quindi senza alcuna spesa per la collettività, lavorando al mantenimento e al miglioramento dell’ambiente e della biodiversità.
Contrastano il bracconaggio; affiancano la Pubblica Amministrazione nelle operazioni di monitoraggio delle specie selvatiche, nonché al controllo e al contenimento delle specie alloctone e delle specie in esubero, che mettono a repentaglio l’incolumità e la salute dell’uomo e le sue proprietà; sono chiamati a collaborare in operazioni di soccorso e di recupero; concorrono alla prevenzione e allo spegnimento degli incendi; tramite le proprie Associazioni partecipano alla gestione degli ATC, al perfezionamento dei piani di azione riferiti alle specie selvatiche meritevoli di maggiore attenzione; concorrono a combattere il consumo di suolo; presidiano il territorio dall’inquinamento e dall’incuria; partecipano a operazioni di monitoraggio e controllo di zoonosi (Psa, West Nile Fever, Aviaria, ecc) potenzialmente dannose per il patrimonio faunistico, gli allevamenti e per l’uomo. Prendono parte e promuovono osservazioni, studi e ricerche, progetti di tutela e reintroduzioni di specie in difficoltà in collaborazione con Associazioni ambientaliste, Amministrazioni ed Enti pubblici, Ispra, Università.
Sono impegnati tutto l’anno nella valorizzazione di aree abbandonate e periferiche con interventi di miglioramento ambientale che vanno dalla creazione e mantenimento di migliaia di ettari di zone umide e di pascoli montani; provvedono alla pulizia di boschi e campagne e al mantenimento delle fonti e delle zone di abbeverata; eseguono interventi colturali negli habitat di pianura e collina, contribuiscono in modo insostituibile ad aumentare il numero di queste zone ricettive per tutta la fauna, cacciabile e non. Senza questi interventi svolti dai cacciatori il territorio risulterebbe innegabilmente più povero e meno ospitale per tutte le specie viventi, uomo compreso.
L’attività venatoria non prevede alcuna trasformazione degli ecosistemi a discapito degli habitat naturali, collabora fattivamente al mantenimento dell’equilibrio faunistico e può concorrere in modo significativo alla realizzazione degli obbiettivi posti dalla transizione ecologica nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e da quelli che attraverso la Politica Agricola Comune (PAC) la Commissione Europea si è prefissata sulla biodiversità e per una agricoltura sostenibile.
È una fonte di carne sana, dalle alte qualità nutrizionali e organolettiche, proveniente da animali nati e vissuti liberi, senza alimentazione forzata e senza trattamenti farmacologici o vaccinali, quindi decisamente salubre, etica, sostenibile e "rinnovabile" oltre a garantire una riduzione della produzione di CO2 e del consumo di terreno e di acqua e limitare l’impatto ambientale dovuto agli allevamenti.
Tutto questo, nel suo complesso è la caccia. Una pratica millenaria che non è una attività ludico ricreativa finalizzata al solo impiego del fucile, ma persegue il soddisfacimento dell’interesse pubblico alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi e quindi risulta conforme ai principi dell’art. 9 della Costituzione così come rinnovato.
Da ultimo, ma non per questo di minore importanza, il valore economico-occupazionale del comparto sportivo-venatorio e dei settori ad esso collegati con i suoi quasi 100.000 addetti, rappresenta lo 0,51 del PIL nazionale e le sue eccellenze artigianali, industriali e zootecniche che fanno del Made in Italy un riferimento mondiale, è un fattore di primaria importanza da tutelare e di cui tenere massimo conto nelle politiche di sviluppo del Paese.
Siamo a chiedere ai candidati e alle forze politiche di affrontare la questione ambientale in modo neutrale e senza pregiudizi ideologici, in tutte le sue articolazioni. Per questo facciamo richiesta a tutti i candidati di dare un riscontro di consenso a questo nostro appello.
Le scriventi Associazioni
(Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia,, AnuuMigratoristi, Italcaccia e Comitato Nazionale Caccia e Natura)
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