Il problema ungulati esce dai nostri confini. Negli scorsi giorni si è tenuto a Luino (VA) un incontro Italia - Svizzera sulla proliferazione di cinghiali, cervi e caprioli nelle regioni di frontiera dal confine ticinese. Oltre alla rappresentanza dell’Ufficio caccia ticinese c’erano il Prefetto di Varese, tecnici di settore e dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, rappresentanze di associazioni di agricoltori, coltivatori, cacciatori.
Il summit ha affrontato alcuni temi cardine: sicurezza di automobilisti, monitoraggio costante per la peste suina e progetti transfrontalieri.
In sostanza dalla Svizzera c’è preoccupazione per la mancata gestione delle specie in sovrannumero in Italia a causa dell’inadeguatezza della legge 157/92, che non riesce a dare risposte concrete al problema. A ciò si aggiungono i cambiamenti climatici: inverni miti, hanno riferito i carabinieri forestali, favoriscono passaggi e riproduzione. Si è giunti poi ad una proposta di cooperazione tra i due Paesi sviluppando progetti mirati, esportando e coordinando eventualmente buone pratiche di gestione. Il tutto è ancora in forma di ipotesi ma Regione Lombardia e autorità ticinesi promettono di approfondire i rapporti.
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