Con il nuovo esecutivo il Ministero delle Politiche agricole cambia nome e diventa "Ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare". A guidarlo Francesco Lollobrigida, 50 anni, di Tivoli. Laureato in Giurisprudenza, entra in politica fin da giovanissimo a partire dalla militanza nel Fronte della Gioventù. Ha poi aderito al Movimento Sociale Italiano, passando ad Alleanza Nazionale e infine a Fratelli d'Italia. Già responsabile nazionale del partito, è capogruppo alla Camera ed è considerato il braccio destro di Giorgia Meloni, nonchè legato a lei da rapporti di parentela, essendo il marito della sorella Arianna.
Di lui si sa che è favorevole alla caccia ed è lui stesso un cacciatore. In campagna elettorale ha espresso chiaramente il proprio sostegno ai cacciatori spiegando che la caccia è una nobile attività che da sempre fa parte della propria famiglia. Nel 2020 poi prese le difese delle cacciatrici che furono oggetto di minacce di morte durante una diretta su facebook tra Sergio Berlato e Francesco Cruciani e analogamente ha fatto in diverse altre occasioni, presenziando ad incontri ufficiali con le associazioni venatorie. Per quanto riguarda il programma (che è quello dichiarato da Fratelli di Italia in periodo elettorale), la priorità dichiarata è quella di arginare il problema dei danni causati dalla fauna selvatica attraverso interventi di contrasto al fenomeno e alla diffusione delle epidemie animali.
Cambia nome anche l'ex Ministero della Transizione Ecologica, che diventa Ministero dell’Ambiente e delle Sicurezza Energetica. Per questo ruolo la Meloni ha scelto Gilberto Pichetto Fratin, in quota Forza Italia. Piemontese, economista, è commercialista e insegnante ma è da diverso tempo un politico navigato. Da sempre con Berlusconi (1995), inizia la sua carriera politica a livello locale ed approda poi in consiglio regionale dove diventa assessore all'industria. Da qui ottiene poi un seggio al Senato. Nel 2018 diventa capogruppo di Forza Italia nella V Commissione Bilancio. Nel 2021 è viceministro del leghista Giancarlo Giorgetti al ministero dello Sviluppo economico. Non sembra aver particolari competenze in tema ambientale, la scelta del suo nome è per molti il segnale che più che spingere nella direzione della transizione ecologica, si punterà ad incrementare l'efficienza energetica pur rimanendo nei limiti dettati dall'Ue.
Anche lui non risulta essere contrario alla caccia. Due anni fa nell'ambito della discussione della legge di Bilancio presentò emendamenti con i quali chiedeva di incrementare gli abbattimenti del cinghiale, prevedendo che le Regioni nell'ambito di aree idonee individuassero fasce di tolleranza a seconda della destinazione d'uso, delle caratteristiche ambientali e della biodiversità. "Purtroppo - disse all'epoca - la maggioranza ha sempre bocciato queste proposte e adesso ci troviamo a fronteggiare senza adeguati strumenti questa emergenza nazionale".
Riguardo al Ministero dell'Agricoltura, Coldiretti commenta favorevolmente la scelta di cambiare il nome del Dicastero "che significa nei fatti un impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all’intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall’estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità" commenta Ettore Prandini, Presidente Coldiretti.
"Ottimizzare l’impiego dei fondi del Pnrr e ammodernare la rete logistica, difendere i 35 miliardi di fondi europei per l’agricoltura, combattere l’etichetta Nutriscore, l’arrivo del cibo sintetico in tavola e gli accordi internazionali sbagliati che penalizzano il Made in Italy ma anche – ha continuato Prandini – fermare l’invasione di cinghiali e realizzare un piano invasi per garantire acqua in tempi di siccità sono gli impegni che ci aspettiamo dal nuovo Governo".
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