Le associazioni venatorie lombarde in un comunicato si dichiarano sdegnate per quanto avvenuto in commissione, dove è emerso che solo Fratelli d’Italia e due consiglieri della Lega, hanno sostenuto emendamenti alla legge 26/93.
Non si entra nel merito dei singoli emendamenti: i presentatori e ideatori direttamente di alcuni, già ben sapevano che alcune loro proposte erano “forti”, ma si sa anche come funzionano certe trattative. Il tema vero è che al netto dei singoli consiglieri leghisti sostenitori degli emendamenti, solo Fratelli d’Italia a livello di partito è aperto ad affrontare le tematiche venatorie: le altre componenti della maggioranza, e le forze di opposizione, invece di caccia nemmeno vogliono sentirne parlare.
Poi nella discussione gli emendamenti possono essere condivisi, affinati, mediati, modificati e anche bocciati, ma si ritiene inaccettabile che di fatto nemmeno vengano discussi per ordine di scuderia. Perché significa non voler nemmeno discutere ed affrontare il problema che bene o male, chi propone l’emendamento vuole risolvere.
Se il tema venatorio è un problema per certe forze politiche, se non si vuole mettere seriamente mano al problema dei richiami, se qualcuno sta già pensando per la stagione futura di aprire direttamente ad ottobre la caccia senza nemmeno provare ad applicare il calendario della legge, ce lo dica subito e lo dica pubblicamente, non in riunioni private in cui sparlare degli assenti incolpandoli d’incapacità degli uffici e delle sbandate dei giudici.