Con una lettera congiunta, prima di una serie di iniziative unitarie, le rappresentanze regionali di Federcaccia, Arcicaccia, Liberacaccia, Enalcaccia, Italcaccia e ANUUMigratoristi dell’Emilia Romagna hanno richiesto un incontro urgente ad Alessio Mammi, Assessore all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca della Regione Emilia Romagna.
Prima ragione della richiesta, riallacciare quel rapporto di collaborazione e fiducia con la Regione, che in passato ha permesso di costruire normative regionali in materia di gestione faunistico-venatoria all’avanguardia nel panorama nazionale.
Molte sono le questioni importanti sul tavolo: la certezza di avere un calendario venatorio 2023/24 non limitato da pareri Ispra, non vincolanti; l’adozione di un Regolamento 1 “Ungulati” equilibrato e coinvolgente per i cacciatori; una rivisitazione delle regole di attuazione dell’autodifesa dal cinghiale da parte degli agricoltori; la ricerca di un’omogeneizzazione comportamentale degli S.T.A.C.P.; un piano di controllo della volpe che sia efficace, come lo è per le regioni confinanti; la possibilità di poter effettuare, con modalità e tempi opportuni, le prove cinofile in aree escluse alla caccia.
Altro tema non più rimandabile è quello del lupo, la cui presenza sempre crescente desta sempre maggiori preoccupazioni non solo del mondo agricolo e di quello venatorio, ma di tutti i fruitori, a diverso titolo, sia delle aree rurali che antropizzate.
Tutte criticità che – come le Associazioni regionali hanno ricordato all’assessore – stanno generando all’interno dell’ambiente venatorio una disaffezione crescente nei confronti delle Istituzioni, con il progressivo abbandono di tutte quelle attività di volontariato, controllo faunistico in primis, che i cacciatori mettono a disposizione del territorio e dell’ambiente a vantaggio gratuito dell’intera collettività.