Si torna a parlare dei daini della Pineta di Classe, in provincia di Ravenna. Dopo anni di piani di abbattimento ostacolati dagli animalisti, la situazione è rimasta critica, anzi, si è ovviamente aggravata, con 250 nuovi daini ogni anno che vanno a danneggiare i delicati equilibri della foresta. Secondo le stime del Parco del Delta del Po tra la pieneta di Classe e quella di Volano ci sarebbero un migliaio di daini, destinati ad un aumento continuo se non si fa qualcosa.
La novità in questa querelle è un nuovo nulla di fatto anche sulle catture. Qualche mese fa è infatti andato deserto il bando dell’Ente Parco che affidava cattura e concessione dei daini da macellare a società private. Secondo Massimiliano Costa, direttore del Parco del Delta del Po il bando potrebbe essere andato a vuoto perchè i possibili partecipanti potrebbero essere stati spaventati dalle polemiche degli animalisti: "se una ditta deve fare degli investimenti, dei recinti e poi ritrovarseli distrutti (come è già capitato 5 o 6 anni fa con i cacciatori), le auto graffiate etc... E' una cosa che potrebbe averli frenati" ha dichiarato a Repubblica. Ricordiamo che alcuni anni fa le proteste raggiunsero un livello di violenza preoccupante con tanto di danneggiamenti, minacce e persino aggressioni ai danni dei cacciatori incaricati dall'Atc. Questo atteggiamento intimidatorio per altro ebbe la meglio, convincendo le istituzioni (Provincia, Regione e Parco) a fare passi indietro, assecondando dunque tali atteggiamenti sovversivi e del tutto ingiustificabili.
Eppure la situazione deve essere affrontata. Paradossalmente chi vorrebbe tutelare la natura la sta danneggiando. Costa ricorda che negli anni '80 nel Bosco della Mesola, i daini, circa un migliaio, misero in seria difficoltà anche la presenza dei cervi con i quali entrarono in competizione per il cibo. Dopo che il bosco venne recintato, i daini mangiarono tutto e rimase solo la terra. In quell'occasione l'unica soluzione fu l'abbattimento degli animali.
La domanda sorge spontanea: dobbiamo aspettare di veder sparire l’intero bosco prima che qualcuno si prenda la briga di abbattere questi daini? Purtroppo ricordiamo bene i tanti dietrofront di chi aveva potere decisionale di fronte alle minacce degli animalisti. Un inspiegabile assecondamento che dura da almeno una decina di anni e ha congelato la situazione, peggiorandola, e che ha portato ad un aumento continuo dei daini e dei danni.
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