All'interno del dossier redatto dalla Regione Toscana in seguito alle ricerche e alle considerazioni culminate con la Conferenza regionale della Caccia di Arezzo, tra le proposte per il futuro, troviamo una parte dedicata alla gestione dei migratori acquatici.
Il miglioramento della gestione delle specie acquatiche secondo la Regione passa per una serie di inizative necessarie da un lato ad incrementare la qualità dell'ambiente e dall'altro a fornire dati attendibili con continuit�sulla pressione venatoria in un'ottica di futura pianificazione del prelievo.
La regione si è prefissa tre linee strategiche da seguire: la Protezione diffusa delle zone umide, la costituzione di Zone contigue alle aree protette il monitoraggio degli abbattimenti.
Riguardo al primo punto la Regione intende partire da un minimo denominatore comune di azioni di tutela e opportuna gestione rappresentato dalla rete Natura 2000, “in particolar modo – si legge nel documento - un ruolo importante possono giocarlo gli interventi di miglioramento ambientale, che possono condurre a forti incrementi della capacità faunistica”.
L'intento della Regione è, come annunciato alla conferenza regionale, anche quello di eliminare lo scontro fra le parti (ambientalisti e cacciatori); in questa direzione si inserirebbe l'istituzione di zone sottoposte a specifici regimi venatori a confine tra aree protette e terreni aperti all'attività venatoria, al fine di preservare la delicatezza degli equilibri fra le diverse aree.
Infine si pensa ad un monitoraggio sempre più costante degli abbattimenti, indicato come necessario per una corretta programmazione venatoria.