Uno dei vantaggi della caccia è la grande quantità di dati e di informazioni che si ricavano sulle specie oggetto di prelievo, da cui è possibile monitorarne nel tempo lo stato di salute.
Tramite i dati raccolti in Grecia sui prelievi della tortora dal 2004 al 2020 e l’utilizzo di modelli statistici avanzati, lo studio European Turtle Dove Population Trend in Greece Using Hunting Statistics of the Past 16-Year Period as Indices ha concluso che la popolazione di tortora europea in Grecia è rimasta stabile e dimostrato dunque che la caccia a questo selvatico è sostenibile.
La Grecia, ricordiamolo, è uno dei pochi Paesi Ue in cui è ancora consentita la caccia alla tortora, sospesa un po’ ovunque nel resto dell’Europa a causa del calo generale della popolazione e della conseguente classificazione da parte di IUCN come vulnerabile.
Dallo studio emerge addirittura che l'indice di sostenibilità della caccia ha mostrato un miglioramento progressivo, poichè ogni anno si rileva una leggera tendenza positiva sulla specie. In Grecia, da sottolineare, la tortora si caccia dal 20 agosto fino a metà ottobre.
Proprio su questo studio, oltre che su altri dati scientifici riferiti alla consistenza nell’areale occidentale, si basano le controdeduzioni inviate dalle associazioni venatorie italiane alcuni mesi fa all’ex MITE con le quali si chiedeva di respingere la proposta della Commissione Ue presso il NADEG, considerando che in Italia è stato approvato il Piano di Gestione Nazionale sulla specie e che la popolazione si può stabilizzare anche in presenza di intensi prelievi venatori.
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