Durante il convegno del primo febbraio scorso a Bruxelles il sottosegretario all’Ambiente Claudio Barbaro ha fatto sapere che, a seguito di una lettera ricevuta dalla Direzione Ambiente dell’Ue, il Governo è al lavoro per capire come rendere operativi gli indirizzi inseriti nella finanziaria sul controllo faunistico (senza incappare in infrazioni comunitarie).
Sulla scrivania del Ministro Picchetto Fratin pare infatti arrivata una richiesta di chiarimenti dall’Ue sulla modifica della legge 157/92 che richiama l’attenzione sulla necessità di rispettare gli obblighi di tutela imposti dalle direttive Habitat e Uccelli, formulando domande specifiche a cui il Governo dovrà dare risposta entro 4 settimane.
In particolare sarebbero stati citati l’articolo 12 della Direttiva Habitat e l’articolo 5 della Direttiva Uccelli, che obbligano gli Stati membri a vietare espressamente l’uccisione e la cattura di specie protette. La Commissione Europea - secondo quanto riporta un comunicato delle associazioni ambientaliste - ha chiesto all’Italia di indicare, in maniera specifica e concreta, come le nuove regole garantirebbero il rispetto delle norme sopra richiamate nonché dell’articolo 6 della direttiva Habitat e quindi delle misure di conservazione indicate nei singoli siti protetti sulla base delle esigenze specifiche di ciascun sito.
Singolare posizione questa dell’Ue dato che, se si vuole essere pignoli, anche nella precedente formulazione dell’articolo 19, oggi modificato, si parlava genericamente di “fauna selvatica” e si prevedeva il controllo mediante abbattimento nelle zone vietate alla caccia, anche se effettivamente non si specificava che tra queste fossero previste anche le Aree protette.
Quanto all’affidamento dei piani ai cacciatori, cosa che probabilmente più fa infuriare gli animalisti, la formulazione è stata corretta, ricordiamolo, a seguito del pronunciamento di due anni fa della Corte costituzionale, che ha stabilito che in materia di controllo faunistico la figura del cacciatore presenta “elementi di qualificazione pubblicistica”, vale a dire di pubblica utilità. Dunque checchè se ne dica, parlare strumentalmente di caccia, come ha fatto di nuovo l’ex Ministro Sergio Costa in queste ultime ore “Avevamo ragione sulla caccia selvaggia…” annunciando un’interrogazione al Ministro sulla lettera ricevuta, è un palese tentativo di delegittimazione e strumentalizzazione, perchè, semplicemente "le attività di controllo non costituiscono attività venatoria". Basterebbe leggere la legge per scoprirlo.
Il testo della lettera della Commissione Ue è stato pubblicato in queste ore da Repubblica.it. Lo riproponiamo di seguito:
"Tramite articoli di stampa e una petizione al Commissario Sinkeviëius, i servizi della Commissione hanno preso conoscenza della legge 197 adottata il 29 dicembre 2022, il cui articolo 1, comma 447 concede alle regioni la facoltà di provvedere al controllo, e, se necessario, autorizzare piani di controllo numerico mediante abbattimento o cattura, delle specie di fauna selvatica, anche nelle zone vietate alla caccia, come le aree protette, e nei periodi dell'anno in cui la caccia è vietata.
Desideriamo richiamare l'attenzione delle Autorità italiane sugli obblighi derivanti dalla Direttiva Habitat e Uccelli, e in particolare su quanto segue: le due direttive prevedono l'istituzione di una rete di zone di protezione speciale. La Direttiva Habitat prevede che, gli Stati membri stabiliscano le misure di conservazione necessarie che siano conformi alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali di cui all'allegato I e delle specie di cui all'allegato II presenti nei siti. In aggiunta alla protezione garantita dalla rete Natura 2000, l'articolo 12 della Direttive Habitat prevede che gli Stati membri adottino i provvedimenti necessari atti ad istituire un regime di rigorosa tutela delle specie nella loro area di ripartizione naturale, con il divieto, inter alia, di qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata di esemplari di tali specie nell'ambiente naturale; perturbare deliberatamente tali specie, segnatamente durante il periodo di riproduzione, di allevamento, di ibernazione e di migrazione.
Ciò posto, si ritiene necessario richiedere alle autorità italiane informazioni dettagliate in merito all'adempimento da parte dell'Italia degli obblighi di cui sopra e in che modo le disposizioni della Legge garantiscono il rispetto del divieto di uccidere o catturare o disturbare deliberatamente gli uccelli. Si prega di rispondere entro quattro settimane dal ricevimento della presente lettera".
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