Anuu Migratoristi pubblica una nota sulla gestione olandese degli acquatici, che a fronte di una caccia consentita su un numero limitatissimo di specie per periodi altrettanto limitati, nasconde inquietanti risvolti legati alla prevenzione dei danni agricoli.
"L’Olanda – scrive Anuu - è un vero paradiso per gli uccelli acquatici, grazie ai mille diversi habitat umidi, sia naturali che artificiali, di cui è ricca, ai quali vanno ad aggiungersi le coste basse e sabbiose o impaludate frequentate da centinaia di migliaia di esemplari appartenenti a parecchie specie di Anseriformi, Caradriformi, ecc. Si sa però anche che, causa i rilevanti danni provocati da determinate specie alle attività agricole, le autorità, oltre a destinare considerevoli indennizzi in denaro alle aziende colpite (16 milioni di Euro nel 2008), attuano piani di controllo demografico ad esempio delle oche selvatiche, delle oche lombardelle e dei fischioni (tutte specie non cacciabili)”.
Grazie ad una recente missione parlamentare francese in Olanda inviata dal Ministro per l'Ecologia e lo Sviluppo Durevole Jean Louis Borloo che ha visto la partecipazione diretta del deputato Jerôme Bignon, oltre che di alcuni rappresentanti del mondo venatorio, ambientalista, di alcuni giornalisti e ricercatori, è stato possibile raccogliere informazioni certe su quanto sta avvenendo, una vera distruzione delle oche, secondo Anuu.
“Nella campagna di controllo autunno-inverno 2007/2008 sono stati abbattuti 109.000 uccelli (dati ufficiali del Ministero dell’Agricoltura olandese), dei quali 43.000 oche selvatiche, 40.000 oche lombardelle e 22.000 fischioni”. A questi numeri si aggiungerebbero decine di migliaia di soggetti abbattuti dal 1° aprile al 30 settembre attraverso metodi più che discutibili “arma da fuoco (a 5 Euro di premio per oca abbattuta); eliminazione/sterilizzazione delle uova (rompendole, scuotendole, ricoprendole con olio di mais); catture di oche in muta, quindi incapaci di volare, poi uccise a bastonate o con gas; reclusione dei giovani inetti al volo in aree non coltivate, che muoiono per fame”.
“Pratiche senza dubbio offensive della sensibilità di chiunque – dice Anuu - tranne, a quanto pare, di chi le dispone (e delle associazioni locali di protezione della natura, che nulla obiettano) perseverando in tali scelte piuttosto che consentire un normale controllo aggiuntivo di queste specie attraverso la caccia. I francesi ovviamente sono rimasti esterrefatti, anche in considerazione del fatto che da loro la caccia alle oche chiude al 31 gennaio, mentre in Olanda le distruggono allegramente tutto l’anno: ma ciò che conta è che non le si cacci!”.