Per la serie facciamoci sempre riconoscere, non esiste nessun altro Paese europeo, che, come l'Italia, abbia manifestato apertamente posizioni in palese contraddizione rispetto a tutti gli altri sulle date di inizio migrazione dell'avifauna cacciabile.
E' quanto pone in evidenza la FACE in una nota sul proprio sito in cui, spiegando che nel documento Key Concepts, di recente aggiornato in Ue, che dà orientamenti (non vincolanti) sull'applicazione dell'articolo 7, paragrafo 4, della direttiva Uccelli, aggiornando i dati di migrazione e riproduzione sulle 82 specie elencate nell'allegato II della direttiva, cita proprio il nostro Paese come esempio unico di incongruenze e discrepanze nei dati presentati.
Come spesso abbiamo visto, infatti, Ispra ha affermato che in Italia l'inizio della migrazione prenuziale di alcuni uccelli, come alzavola e beccaccia, è antecedente rispetto agli Stati limitrofi, cosa alquanto anomala dato che le rotte migratorie non seguono certo i confini politici. Perchè ci siano differenti comportamenti migratori occorrerrebbe infatti dimostrare l’esistenza di regioni chiaramente distinguibili, nelle quali, sulla base di chiare prove scientifiche sul periodo della migrazione prenuziale e/o della riproduzione, siano giustificabili date di apertura e di chiusura differenziate.
Come ben sappiamo, nonostante questi richiami fatti a tempo debito, imperterrito, Ispra ha tirato dritto per la sua strada, nella convinzione che fossero tutti gli altri Paesi a sbagliare. Data l'esistenza di incongruenze non giustificabili (per quanto spiegato sopra) e dato che queste non sono state risolte durante il processo di aggiornamento, FACE si augura che ci siano potenziali aggiornamenti ulteriori in futuro che potrebbero finalmente colmare le attuali lacune di conoscenze. Il che per il mondo venatorio italiano deve essere uno sprono per portare nuove prove basate su dati pertinenti raccolti attraverso progetti di monitoraggio GPS sulle specie in oggetto.
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