In Friuli Venezia Giulia sono state approvate modifiche alla legge sulla caccia, inserite nell'ambito della legge Omnibus, che contiene una serie di misure volte alla semplificazione e alla crescita economica, passata al vaglio del Consiglio regionale lo scorso 15 febbraio.
Introdotta la possibilità di esercitare l’attività venatoria anche in una seconda riserva di caccia o azienda faunistico-venatoria con permesso annuale, pur senza esserne soci. Le prove cinofile saranno possibili anche su cervi (oltre a lepri e cinghiali), perché in espansione, ostacolo alla sicurezza della circolazione e danno per le colture agricole. Questo perchè il cervo è talmente in espansione da aver richiesto la formazione di zone di eradicazione in diverse zone del territorio durante il periodo venatorio, in quanto causa di ostacolo alle condizioni di sicurezza della circolazione e di danno per le colture agricole. È dunque sempre più necessaria una “formazione specifica dei cani segugi” che consenta di perseguire gli obiettivi del Piano Faunistico Regionale di contenimento della specie.
A spiegare le modifiche è stato il consigliere regionale Lorenzo Tosolini (Lega). "La caccia è un tema sempre delicato, soprattutto in vista di elezioni politiche - ha sottolineato il leghista. È chiaro però a tutti che alcuni aspetti vadano ripensati come la necessità di responsabilizzare i cacciatori, non solo durante la gestione della propria attività venatoria, ma anche in quella del territorio di cui sono grandi conoscitori. Il compito della Regione è quindi quello di dettare le regole, ma non certo di sostituire le funzioni dell'ente con quelle di una società privata come le riserve di caccia. Siamo passati infatti da una concezione, ai tempi del gestore unico, in cui i cacciatori dirigevano l'attività venatoria, a una gestione completamente a carico della Regione".
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