A seguito dell'entrata in vigore del regolamento sul divieto del piombo nelle zone umide e della circolare applicativa emanata dal Governo, Arci Caccia ha inviato una lettera ai Ministri dell'Agricoltura e dell'Ambiente chiedendo chiarezza sulle zone umide dove vige il regolamento. "Un passo fondamentale per dare certezze ai cacciatori ed evitare che possano incorrere in sanzioni frutto di interpretazioni scorrette da parte degli organi di vigilanza" scrive il Presidente Arci Caccia Christian Maffei. Di seguito il testo della lettera:
Gentili Ministri,
dopo la pubblicazione del Regolamento Europeo 57/2021 e della conseguente Circolare esplicativa emanata dai Ministeri competenti, stanno circolando mappe che individuano le zone umide oggetto del divieto di detenzione e utilizzo di munizioni contenenti piombo. Tali cartine, che non hanno riscontro in nessun documento ufficiale, sembrano essere un ulteriore interpretazione della Circolare esplicativa. Questa diffusione di informazioni, non suffragate da apposita normativa, rischia di generare confusione e contenziosi seri per i cacciatori.
Occorrerebbe, inoltre, approfondire urgentemente il tema della “fascia di sicurezza” prevista nei 100 metri intorno alle zone umide oggetto del divieto, che dovrebbe, in qualche modo, essere segnalata sul territorio a tutela di tutti, in particolare di chi rischia sanzioni pesanti. Ci teniamo ad informarvi, inoltre, che anche sul regime sanzionatorio, nelle Regioni, cominciano a circolare, le più diverse interpretazioni; anche rispetto a questa fattispecie sarebbe utile un intervento centrale di chiarimento. Per tutto questo, crediamo sia necessario elaborare un provvedimento – Decreto-legge – che di concerto con Conferenza Stato Regioni, individui “cartograficamente” le aree da sottoporre alla disciplina del Regolamento 57/2021, concordando con gli Enti di Gestione delle varie zone un’adeguata tabellazione. La “mappatura” non dovrebbe essere particolarmente difficoltosa in quanto, sicuramente, tante delle zone umide che si individueranno, risulteranno essere già interdette alla caccia, oppure già interessate – per disposizioni regionali – dal divieto di utilizzo di munizioni di piombo.
Ribadiamo che tutto questo si rende necessario per garantire sicurezza e un minimo di certezza nell’esercizio dell’attività venatoria, prendendo atto che la normativa europea esiste e che il dibattito relativo alle “munizioni no-toxic” è ormai irreversibile e riguarda in egual misura cacciatori, tiratori sportivi, tessuto industriale e Enti di Gestione del territorio.
Ringraziando anticipatamente per quanto si potrà fare, invio distinti saluti.
Christian Maffei
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