"Dal documento emergono delle criticità talmente profonde e tali da non poter essere sanate con un semplice incontro. Le stesse criticità, ci hanno convinto a non “prenotare il nostro posto”. Così Arci Caccia comunica la propria decisione di disertare l'incontro "Custodi della Biodiversità" organizzato da Coldiretti, Ab, Federparchi e Fondazione Una venerdì scorso a Roma.
"In particolare - scrive Arci Caccia - , non è chiaro quale è la prospettiva che ha animato Coldiretti a costituire AB, quali gli obbiettivi in ordine alla gestione dell’attività venatoria in Italia, quali gli strumenti normativi di cui avrà bisogno per esprimere la sua progettualità. Ed ancora, laconico e generico appare il ruolo dei cacciatori e delle loro associazioni nei loro progetti".
Arci Caccia avanza una serie di perplessità. "Analogamente, rispetto a Fondazione UNA, di cui siamo orgogliosamente soci fondatori, l’organizzazione di una prospettiva di filiera delle carni su larga scala, che prefigura una modifica sostanziale rispetto allo storico percorso di Buoni e Selvatici, ha un risvolto tipicamente industriale/commerciale (che ha bisogno di certezze nella costanza della fornitura della materia prima oggi tutte da costruire) che non è il terreno dei cacciatori, o verrà calato in quella idea di filiera corta legata al territorio ai suoi agricoltori e ai suoi cacciatori che ci è cara e che è per noi sostenibile? Rispetto alle aree protette cui di fatto è affidato il ruolo di prima linea nella gestione della biodiversità nazionale, può questo sistema essere fornitore ufficiale di una filiera si larga scala?".
Sorgono poi altri interrogativi. "Il mondo venatorio come si confronta con questi nuovi stimoli politicamente forti? Con una organizzazione unitaria forte come quella che, invano, da mesi andiamo proponendo o accompagnato dallo stretto coordinamento degli armieri? Questi i pezzi del mosaico che crediamo ci manchino e che costituiscono un quadro di riferimento fondamentale che doverosamente dobbiamo essere in grado di raccontare ai nostri soci prima, ma in generale al paese, per non alimentare un clima di conflitto già alto che non fa bene a nessuno. Per questo, e auspicando un dibattito che chiarisca quanto sommariamente abbiamo quì espresso, parafrasando una ormai desueta canzone 'noi non ci saremo' ”.
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