Mentre il mondo venatorio lombardo rivendica ruoli di responsabilità per i consiglieri eletti con migliaia di voti tra quelli che si sono spesi a favore delle politiche venatorie, sostenendo in particolare la necessità di dare l'assessorato all'Agricoltura (e alla caccia) a Barbara Mazzali, Floriano Massardi o Carlo Bravo, gli ambientalisti decidono di scendere in piazza.
Giovedì 2 marzo 2023 si terrà, infatti, un presidio delle associazioni ambientaliste lombarde sotto il palazzo della Regione organizzato da uno stuolo di associazioni (Associazione Vittime Caccia, Cabs, Circoli Legambiente Brescia - Enpa, Gaia, Gol, Gruppo Intervento Giuridico, Lac, Lav, Leal, Leidaa, Lipu, Pro Natura, Wwf, Ebn Italia). Non liete dei risultati elettorali, protestano anzitutto contro la volontà emersa alle urne. "Le recenti elezioni amministrative hanno ancora una volta dimostrato come i cacciatori, una minoranza della popolazione (0,5 % dei cittadini lombardi), continuino a condizionare la politica regionale. Una situazione che non ha paragone forse nel mondo intero" scrivono.
Mettendo le mani avanti, gli animalisti dicono no a caccia in deroga e alla possibile riapertura degli impianti di cattura, paventano poi rischi per la biodiversità con la formulazione del Piano faunistico e il calendario venatorio, che - dicono - si annuncia essere già un altro pacco regalo per le doppiette. Aderiscono al presidio Europa Verde Milano, Luca Paladini neoeletto consigliere regionale in Lombardia con la Lista Majorino e i consiglieri del Movimento 5stelle Lombardia.
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