L'assordante silenzio che segue da alcune ore il presidio organizzato dagli anticaccia sotto il palazzo di Regione Lombardia, dice tutto. Sarà l'imbarazzo di non poter vantare una grande folla (ma nemmeno piccola e nemmeno folla)? Sarà che stanno ancora pensando alle parole giuste da usare, ma dalla quindicina di associazioni che hanno firmato il comunicato congiunto che annunciava il presidio degli animalisti lombardi di questa mattina, non è uscita nemmeno una parola finora. Sarà perchè è difficile far valere una qualche tipo di rappresentanza popolare quando si hanno quasi più sigle aderenti che persone coinvolte. Potrebbe venire da pensare che sia un po' misero il consenso attorno alle proteste anticaccia.
Ricordiamo che le associazioni di cui sopra (tra cui le blasonate Wwf, Lav, Enpa, Lipu e Legambiente), contestano anzitutto il fatto che i cacciatori, "una minoranza della popolazione (0,5 % dei cittadini lombardi)", come scrivono, continuino a condizionare la politica regionale. Una minoranza che va decisamente forte alle urne. Evidentemente gode di un consenso popolare (tra familiari, amici e simpatizzanti) ben superiore a quello che millantano di avere gli animalisti.
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