A gennaio scorso la Regione Sardegna ha richiesto un parere a Ispra in merito alla possibilità di approvare una proroga a febbraio per il prelievo del cinghiale in braccata. La risposta, negativa, aveva fatto rientrare tale possibilità. Oggi Marco Efisio Pisanu, pubblica su facebook quel parere.
Vi si legge: "I tempi previsti per la braccata (caccia collettiva realizzata con l'ausilio di cani) sono indicati all'art. 18 c. 1 lett. d) e non sono derogabili né in generale né in particolare per rispondere ai problemi di pubblica sicurezza e ordine pubblico causati dalla presenza di esemplari di cinghiale".
"In tali casi, l'Autorità competente per tali aspetti (Sindaco e/o Prefetto) può emettere delle ordinanze "contingibili e urgenti" che definiscono le modalità, i tempi e l'ambito geografico di intervento". Ispra ricorda anche che nei casi in cui il cinghiale arrechi danni alle attività agricole, la Regione può autorizzare Piani di controllo della specie secondo le modalità previste all'art. 19, c.2 bis e ter, della L. N. 157/92 come recentemente emendato.
"In alternativa codesta Regione può altresì autorizzare piani di caccia in selezione ai sensi dell'art. 11-quaterdecies, c. 5, della L. N. 248/2005, che possono essere condotti durante l'intero arco dell'anno e anche in orari notturni. Tale forma di prelievo, se opportunatamente pianificata e condotta, ha dimostrato di ampliare significativamente il prelievo sulla specie in diverse regioni italiane, con contesti ambientali anche complessi."
Ispra evidenza che Regione Sardegna, a differenza di tutte le altre Regioni italiane, non ha mai presentato né un Piano di controllo faunistico ai sensi dell'art. 19 della L. 157/92, né un piano di caccia di selezione per la specie cinghiale.
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