Polemiche per un presunto "protocollo Alcol e stiupefacenti" che l'Asl di Vasto e Chieti avrebbe imposto a coloro si accingono a richiedere il porto d'armi uso caccia e sportivo o relativo rinnovo.
Lo denuncia l'associazione "Caccia Sviluppo e Territorio". Tali esami - sostiene - devono essere fatti in un laboratorio di analisi aziendale (39 giorni prima della visita) ed esibiti all'atto della visita medica legale.
"Per quanto ci è dato conoscere - commentano dall'associazione locale - , il rilascio del Certificato citato in oggetto, è regolato esclusivamente da quanto disposto nel D.M. 28/04/1998 e successivi aggiornamenti". Il Decreto stabilisce che l'accertamento dei requisiti psico - fisici e mentali di idoneità al maneggio delle armi a seguito di una visita medica presso gli uffici della Medicina Legale delle ASST, al quale il soggetto si presenta a sua volta con altro certificato del proprio medico curante che attesta già la presenza o meno di malattie mentali o l'uso di sostanze pericolose quali: alcool, stupefacenti, psicofarmaci, ecc.
"Non ci appare per niente normale - scrive l'associazione venatoria - né tantomeno legittimo, infierire e sottoporre il 99% dei richiedenti tale certificazione per il porto d'armi a uso venatorio o sportivo, che presentano certificati anamnestici perfettamente puliti, e risultati normalissimi alla visita del medico legale, a tali accertamenti non previsti dalla normativa di legge, e costringere questi ultimi alla fornitura di referti clinici e/o quant'altro di più approfondito, a prescindere da ogni considerazione preliminare".
"Tal errata prassi, oltre ad essere eccessivamente costosa, sottopone il richiedente il porto d'armi a lunghissime attese onde per cui, molti, rinunciano al rinnovo o al rilascio del medesimo" denunciano i rappresentanti dei cacciatori.
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