In Emilia Romagna è stata approvata la risoluzione del Pd che chiede maggiore attenzione affinchè i focolai di peste suina africana rimangano isolati e non si estendano al territorio regionale. Oggi in regione non ci sono casi di peste suina africana, ma tre carcasse sono state trovate in Piemonte e Liguria, ai confini con l’Emilia-Romagna.
Il Piano nazionale di controllo prevede sorveglianza passiva, misure di biosicurezza, formazione di allevatori e cacciatori. La Regione ha adottato le misure precauzionali per la prevenzione della diffusione della malattia e stanziato fondi per la biosicurezza negli allevamenti. Inoltre, è stata varata una campagna di informazione ai cittadini e “la gestione dell’emergenza è stata affidata all’Unità di crisi regionale per le emergenze veterinarie epidemiche e al Nucleo di coordinamento tecnico su base regionale”.
“La malattia – ha spiegato Matteo Daffadà (Partito democratico) primo firmatario della proposta – può causare danni economici all’intera filiera di trasformazione e agli animali di allevamento”. Oltre al contrasto dei focolai, il consigliere dem chiede alla Regione di “adoperarsi affinché l’attività del governo e del Commissario siano improntate all’eradicazione della malattia sul territorio nazionale” e di mettere in campo ogni iniziativa di contrasto alla malattia “al fine di evitare le gravi ripercussioni economiche e sociali che ne deriverebbero”.
Sono anche stati approvati due emendamenti della Lega relativi al cambio di passo sui piani di contenimento e selezione e sulla necessità di aree depopolate, coinvolgendo tutti gli attori (tra cui cacciatori e agricoltori).
La produzione di carne suina, ricorda Daffadà, è una delle attività principali dell’agricoltura italiana con 10 milioni di capi allevati e, “secondo i dati Assica del 2019, l’Emilia-Romagna è la seconda regione per macellazione dei suini con il 34%, dopo la Lombardia con il 39%”. In regione ci sono 1.200 allevamenti, un milione di capi e una produzione lorda vendibile stimata in 307 milioni di euro, fra cui sono comprese importanti produzioni Dop come i prosciutti di Parma e Modena e altri salumi a denominazione protetta.