Non tutti sanno che la beccaccia (Scolopax rusticola), una delle specie più amate dai cacciatori di tutta Europa, gode di buona salute. Anche dopo l'aggiornamento Birdlife di alcuni anni fa (2019), la classificazione della specie nella lista rossa Iucn è rimasta Least Concern (minima preoccupazione).
"L'andamento della popolazione - si legge nella classificazione Iucn - sembra essere stabile e quindi la specie non si avvicina alle soglie di Vulnerabile secondo il criterio dell'andamento della popolazione (declino >30% in dieci anni o tre generazioni) e secondo il criterio della dimensione della popolazione (<10.000 individui maturi con un declino continuo stimato essere> 10% in dieci anni o tre generazioni, o con una struttura della popolazione specificata) . Per questi motivi la specie è valutata Least Concern". La popolazione globale è stimata in circa 10.000.000-26.000.000 di individui, mentre quella europea tra i 13.800.000 e gli 17.400.000 di individui maturi e si estende per 49 milioni di km quadrati. In Italia durante la migrazione e in inverno si stimano 50.000-100.000 uccelli.
Una situazione nota da tempo, anche se in Italia rimasta pressochè ignorata da Ispra. E' noto infatti che il nostro istituto governativo ha continuato a far riferimento allo stato di conservazione sfavorevole definito da Birdlife nel 2004 (SPEC3), ignorando che la stessa Birdlife Int. lo aveva modificato nel 2006. Anche nell'ultimo rapporto inviato alla Commissione Ue nel 2021, relativo agli anni 2013 - 2018, la specie è definita in declino e in riferimento alla lista IUCN viene inserita la classificazione DD (carenza di dati). In sostanza Ispra ci dice che la specie è in declino in Italia riferendosi a supposizioni che risalgono a vent'anni fa.
La minaccia più significativa per la specie nel suo areale di riproduzione è l'aumento della frammentazione dei boschi. Al di fuori della stagione riproduttiva la specie è minacciata dalla scomparsa dei prati permanenti e dall'intensificazione delle pratiche agricole (es. la distruzione delle siepi, la diminuzione del numero di prati permanenti a pascolo e la impoverimento della fauna del suolo a seguito dell'aratura e dell'applicazione di sostanze chimiche). Nell'elenco Iucn si ricorda che la specie è ampiamente cacciata, con i maggiori numeri catturati in Francia, Italia, Regno Unito e Spagna ma senza citare la caccia tra le minacce esistenti.
Redazione Big Hunter. Avviso ai commentatori
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