Un incontro partecipato e che ha suscitato grande interesse quello sul futuro della caccia in Europa, organizzato venerdì 31 marzo al Grand Hotel di Trento dall’europarlamentare altoatesino Matteo Gazzini (Lega ID) in collaborazione con il collega Pietro Fiocchi (ECR).
Numerosi gli esponenti del mondo venatorio venuti dal triveneto, come il Direttore dell’Associazione cacciatori Alto Adige Benedikt Terzer, il Presidente UNZKA Sandro Flaim, il vicentino Fabio Frigo, Presidente regionale di Liberacaccia e Umberto Zamboni per l’associazione cacciatori trentini. Nel primo panel i tecnici regionali per la regione Veneto e Friuli Venezia Giulia, Giorgia Cortelezzi e Dario Buscema, hanno espresso ai presenti i dati sulla gestione faunistica e la consistenza delle popolazioni ungulate, di galliformi alpini, accennando alle presenze dei grandi carnivori nell’area alpina. Un patrimonio faunistico in crescita, con particolare riferimento alle popolazioni di cervo ma anche al numero dei branchi di lupi, arrivati a 20 nel solo territorio bellunese. Con 78.400 capi di ungulati censiti e circa 9.500 abbattuti annualmente, il Trentino si dimostra la regione in cui i prelievi di macrofauna sono piú consistenti, pur contando circa un centinaio di orsi e 26 branchi di lupi nel 2021.
Eppure i cacciatori sono in leggero calo, 12000 tra Trentino e Alto Adige, poco meno di 8000 in tutto il Friuli Venezia Giulia. Per Ettore Zanon, responsabile dell’Accademia ambiente foreste e fauna del Trentino, le cause sono prevalentemente di carattere sociale e culturale. Da questo punto di vista l’Italia, con una stima di meno di 600.000 cacciatori totali, si muove in maniera inversamente proporzionale rispetto ad altri paesi europei, come la Germania, dove i cacciatori sono in costante aumento (circa del 30%) grazie anche all’incremento delle popolazioni di selvatici. Un dato in controtendenza, l’aumento della componente femminile tra i cacciatori. L’eurodeputato Gazzini ha commentato quanto sia edificante l’aumento di donne cacciatrici per il mondo venatorio, che esprime un valore aggiunto in termini di attenzione e sensibilitá per la materia. Gazzini ha inoltre evidenziato l’importanza del ruolo del cacciatore nel presidio dei territori montani e nell’espletare azioni a vantaggio dell’attivitá agricola tradizionale, quale servizio per la società.
L’eurodeputato Fiocchi ha invece citato l’apertura della Commissione europea di non interferire qualora emergano delle situazioni di contrasto tra grandi carnivori ed allevatori che possano prevedere l’applicazione di scelte radicali nei casi piú gravi.