Wwf critica il Ministro Lollobrigida per la bozza di decreto trasmessa alla Conferenza Stato Regioni che stabilisce la ricostituzione del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale. “Lo schema proposto dal ministro contiene l’ennesimo regalo alle associazioni dei cacciatori che verrebbero ad assumere un ruolo predominante nella composizione di questo Comitato” scrive Wwf citando le motivazioni inserite nel testo trasmesso alla conferenza nelle quali si fa riferimento ad una “composizione rappresentativa più snella ed efficace”.
“Peccato però - sostiene Wwf -che questa volontà di semplificazione non riguardi anche la componente dei cacciatori. Nel decreto proposto dal Ministro Lollobrigida, infatti, per tutte le altre categorie si registrano delle riduzioni rispetto alle previsioni contenute nella legge n. 157/1992: i rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura, del Ministero dell’Ambiente, delle Regioni e delle Province passano da tre ad uno per ogni categoria e le associazioni ambientaliste addirittura scendono da quattro ad un solo rappresentante. Invece, i rappresentanti delle associazioni dei cacciatori da nominare sono tre finendo dunque per essere la componente più numerosa, a cui si aggiungono anche quelli dell’Ente nazionale per la cinofilia italiana e del Consiglio internazionale della caccia e della conservazione della selvaggina. Incredibilmente un solo posto è assegnato all’ISPRA che invece dovrebbe costituire la voce scientifica nel Comitato”.
Scrive ancora l'associazione ambientalista: "Al di là delle valutazioni circa la legittimità di un decreto ministeriale che finirebbe per modificare una legge (L.157/92), ciò che preoccupa è il pensiero del ministro di trattare la gestione faunistica come qualcosa che riguarda solo i cacciatori. La volontà di andare incontro alle istanze più estremiste della lobby delle doppiette emerge persino nella composizione di un comitato consultivo che, peraltro, non avrebbe neppure ragione di esistere dato che le indicazioni sulla gestione faunistica devono essere fornite da un organismo scientifico come l’ISPRA".
A Wwf ha risposto Paolo Sparvoli, presidente di ANLC. “Per anni, ben prima dello scioglimento del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale, fortemente e arrogantemente voluto dal fronte animalista italiano, spalleggiato da esecutivi tutti dichiaratamente e ideologicamente contrari all’attività venatoria - scrive Sparvoli - , la questione caccia è stata “gestita” unilateralmente dalla lobby animalista e dai suoi sponsor. Una gestione totalmente fallimentare i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti: cinghiali, lupi, corvidi, scoiattoli, nutrie e cormorani, per non parlare di tutti gli ungulati e, in alcune zone, anche degli orsi”.
Conclude Sparvoli: “I cacciatori italiani ringraziano il ministro Francesco Lollobrigida per il suo coraggio e la sua coerenza e per aver finalmente dimostrato che un ministro non è più ostaggio della moda animalista ma segue le linee operative adottate dalla stragrande maggioranza dei paesi della UE che attribuiscono ai cacciatori un ruolo insostituibile nella gestione della fauna selvatica”.
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