Sono molti gli attacchi che la caccia subisce da parte degli animalisti più agguerriti. Tanti e sconsiderati a tal punto che per noi è un dovere smascherare questi signori. E' il caso delle accuse espresse dal sito Agire Ora che pubblica in queste ore un'articolata tesi per cui gli abbattimenti previsti da regioni e provincie per la caccia di selezione sarebbero in realt�un modo per accontentare i cacciatori al di fuori della stagione venatoria.
Secondo questa sconsiderata ipotesi caprioli, cinghiali, cervi, daini non sarebbero affatto in sovrannumero, tutto quindi, a partire dalle lamentele degli agricoltori, alle immagini dei cinghiali nei centri abitati, alle dichiarazioni degli amministratori statali e regionali, corrisponderebbe ad una vasta rete di accordi per raggiungere la soddisfazione del cacciatore.
“Il problema del sovrappopolamento semplicemente non esiste – si legge concretamente nel testo dell'articolo -, o meglio e' un problema creato ad arte per favorire i cacciatori. Gli animali ci sono perche' i cacciatori e i loro referenti politici ce li mettono - legalmente. Perche' questo e' l'interesse dei cacciatori e del business che questi alimentano. Business che non e' solo quello delle armi (il 45% del fatturato e' legato alla caccia), ma anche quello di abbigliamento ed accessori, allevamento e addestramento dei cani da caccia, editoria (con oltre una decina di riviste specializzate) e turismo venatorio".
“Attraverso un tortuoso meccanismo di rilevazione della popolazione delle diverse specie, il piu' delle volte ad opera degli stessi cacciatori, e con il beneplacito, tante volte neppure richiesto, dell'INFS (Istituto Nazionale Fauna Selvatica) le regioni stabiliscono quanti animali delle diverse specie devono essere uccisi”
Questo articolato e assurdo pensiero di fantapolitica della più bassa volgarità si svela per quello che è nella conclusione dell'articolo: un proclama anticaccia e questo forse è l'unico e vero scopo dei negazionisti ad oltranza della caccia. “Non bisogna cadere nel tranello mediatico della caccia di selezione come "necessita'", o farsi trascinare in dibattiti dall'esito scontato su improbabili delocalizzazioni o sterilizzazioni di animali selvatici. Bisogna semplicemente combattere la caccia e quella sottocultura violenta che la giustifica”.