E’ iniziata la solita bagarre sui calendari venatori. Come solitamente accade in questa stagione, giunge notizia di un comunicato congiunto firmato da Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf allarmate per quello che definiscono un “delirio di onnipotenza delle associazioni venatorie” colpevoli di aver chiesto al Governo ciò che è stato chiesto tra l’altro in tutti questi anni, ovvero di intervenire sulla condotta di Ispra, che di anno in anno propone i soliti pareri fotocopia intimando alle Regioni prudenziali (ma ingiustificate) chiusure anticipate sulle specie migratorie rispetto ai tempi previsti dalla legge quadro sulla caccia.
Come abbiamo abbondantemente analizzato più volte, infatti, Ispra sulla caccia ha dimostrato una chiara visione politica tendente a restringere i periodi cacciabili, passata anche per il mancato aggiornamento dei key concepts rispetto a tutti i dati a disposizione. Dati che dimostrano sostanzialmente, che la migrazione in Italia segue coerentemente le direttrici degli altri Paesi Ue, come la Francia. Tant'è che in più occasioni rappresentanti ministeriali hanno dichiarato di voler lavorare affinchè Ispra si limiti alle attività di carattere scientifico, che si palesa in evidenti contraddizioni. In particolare il sottosegretario all'Ambiente Claudio Barbaro aveva chiesto ad Ispra di cambiare i propri comportamenti lasciando da parte dogmi e pregiudizi.
Immancabile anche la solita denuncia all'Europa. “Di tutto ciò, che incide sul delicatissimo e comune patrimonio europeo delle specie migratrici – scrivono Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e WWF - abbiamo dato informazione dettagliata alla Commissione europea, affinché valuti il “Caso Italia” sotto il profilo del rispetto del diritto ambientale potendo assumere gli atti necessari alla sua piena attuazione”.
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