In Danimarca, come abbiamo visto, una recente indagine ha rilevato che il 90,3 per cento della popolazione accetta in una certa misura la caccia. Tolto un 5,1% di totalmente contrari, la restante parte dei contrari è costituita dagli indecisi.
Un risultato su cui torna l'Associazione danese dei cacciatori. Nonostante sia chiaro che la caccia goda di un buon sostegno generale (cosa non scontata, basta vedere i risultati italiani di sondaggi analoghi), ci sono punti dell'analisi che destano preoccupazione, perché, scrive l'associazione, se guardiamo i numeri alla base del risultato complessivo, si scopre che gli entusiasti, ovvero chi accetta la caccia in toto, sono il 16,7% a cui si aggiunge un 21% che la sostiene in larga parte. Il 38% l'accetta con remore, il 14% solo in alcuni punti.
A questo punto i cacciatori danesi si interrogano su come farsi accettare da chi la pensa diversamente. Nelle risposte ricevute si trovano diversi buoni suggerimenti su quali elementi la popolazione considera positivi. "Dobbiamo aggrapparci alle buone percezioni e rafforzarli in futuro, perché anche se ci sono molti risultati positivi, c'è una tendenza negativa da non sottovalutare. Un buon punto di partenza - si legge sul sito della Danmark Jagerforbudn - è continuare a comunicare i buoni contributi che i cacciatori apportano alla popolazione e alla società".
Da diversi anni i cacciatori contribuiscono all'educazione naturalistica di bambini e giovani. È uno sforzo importante creare una formazione naturale per le generazioni a venire. "Non c'è dubbio che proprio la comunicazione ai bambini e ai ragazzi - e attraverso quella ai loro genitori – è importante per garantire la visione dell'associazione sui cacciatori".
L'associazione ha in programma di ripetere l'analisi ogni anno, in modo da avere costantemente una conoscenza aggiornata della percezione all'esterno. E questa è ritenuta una diretta responsabilità anche del singolo cacciatore, a cui viene chiesto di impegnarsi per far conoscere la categoria nella propria cerchia sociale.
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