Arci Caccia comunica di aver deciso di impugnare nelle sedi opportune il decreto n. 263988 del 22/05/2022 che ricostituisce il Comitato Tecnico Faunistico Nazionale.
"Abbiamo sempre auspicato la ricostituzione del Comitato, improvvisamente sospeso nel 2012" scrive Arci, sostenendo di non essere d'accordo con la versione proposta dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
Un problema di rappresentanza, che vede la riduzione a tre associazioni venatorie maggiormente rappresentative, escludendo appunto tra le altre anche Arci Caccia. Così come viene ridotta anche quella del mondo agricolo e del mondo ambientalista. "Sparisce il Club Alpino Italiano, prestigiosa e consistente associazione storica" scrive Arci Caccia.
Arci Caccia considera un paradosso che si propongano enti per legge non più aventi funzioni in materia, quali le Province, mentre si cancellano le Associazioni riconosciute e ritiene disattesa dal Governo la raccomandazione della Conferenza Stato Regioni, di riprendere la rappresentanza di legge. Su questi temi, segnala, all'interrogazione dell’on. Vaccari in Commissione agricoltura, poi non sono seguite né risposte né conseguenze alcune.
L'associazione annuncia una richiesta di incontro a tutte le rappresentanze politiche nazionali e nelle regioni per avere "impegni precisi sui temi della “aggressione” alla democrazia rappresentativa, sulle minacce alla caccia sociale e al ruolo del volontariato anche venatorio".
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