Pan-Eppaa, Wwf e Lipu hanno presentato un esposto alle Procure di Trento e Rovereto, chiedendo di valutare eventuali abusi edilizi dei capanni da caccia. Secondo gli ambientalisti sarebbero stati individuati almeno 2.824 postazioni in 50 comuni trentini. Il dato esce da un'indagine del Wwf ed è imcompleto, dato che, scrivono dall'associazione, ad un certo punto l'iniziativa è stata bloccata da un intervento politico e le amministrazioni hanno smesso di fornire risposte.
"La legge sulla caccia - ha spiegato il presidente del Wwf, Aaron Iemma - prevede che il numero delle postazioni fisse non superi quello dell'annata venatoria 1989-90, il problema è che la Provincia non tiene traccia e non si conosce nemmeno il numero dei capanni costruiti fino a quel momento". Proprio per questo motivo, l'associazione aveva iniziato a richiedere ai singoli comuni i dati relativi al numero delle postazioni.
Per posizionare il proprio capanno è sufficiente inviare una comunicazione al comune, ai cacciatori è consentito l'utilizzo del plexiglass. L'esposto degli animalisti fa riferimento a una sentenza della Corte Costituzionale che, basandosi su una legge della Regione Veneto, ha stabilito che la costruzione di una postazione fissa per la caccia debba essere accompagnata da un regolare permesso.