L'Italia è tra le cinque nazioni europee che non hanno approvato la legge per il ripristino della natura. Il 20 giugno scorso l’accordo è passato con il consenso di 20 Stati membri e il voto contrario di Italia, Finlandia, Olanda, Polonia e Svezia (astenuti Austra e Belgio). Ora la parola passa al Parlamento che dovrà votare il testo finale della legge.
La Legge contiene obiettivi e obblighi specifici, giuridicamente vincolanti, per il ripristino della natura e per la tutela degli habitat, dai terreni agricoli e dalle foreste agli ecosistemi marini, d’acqua dolce e urbani. Si è giunti ad un accordo tra stati che impone il ripristino del 30% dell’area totale dei tipi di habitat ritenuti non in buone condizioni. Agli Stati è chiesto di stabilire misure per almeno il 60% entro il 2040 e per il 90% entro il 2050.
La posizione critica dell'Italia
Secondo il Ministro dell’Ambiente Picchetto Fratin la proposta è “inapplicabile e non sostenibile” per mancanza di flessibilità. Una posizione che si allinea con le altre critiche del Governo Meloni verso le riforme europee. “Anche l’Italia – ha spiegato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin – ritiene che il regolamento uno strumento cruciale per arrestare la perdita di biodiversità e affrontare il cambiamento climatico con il suo impatto su società ed economia”. Per questo, evidenzia il Ministro, “ci siamo impegnati nel negoziato perché il testo, nel rispetto della portata innovatrice del regolamento, possa essere efficace ed attuabile, garantendo la necessaria flessibilità agli Stati membri”. Secondo Picchetto Fratin alcuni aspetti devono essere chiariti. Come il nodo sulle deroghe per le energie rinnovabili, gli obiettivi di ripopolamento dell’avifauna e il tema delle risorse finanziarie, che devono essere rese disponibili prima dell’entrata in vigore.
Da parte sua la FACE accoglie con favore il voto favorevole del Consiglio Ue ritenendo la riforma un importante passo avanti che avvicina l'Europa all'adozione di un atto legislativo fondamentale a beneficio della biodiversità e della piccola selvaggina. FACE chiede da decenni una maggiore attenzione alle misure di ripristino dell'habitat in Europa. Il Manifesto della Biodiversità FACE dimostra che i cacciatori sono già attivamente impegnati e hanno la motivazione e le competenze necessarie per sostenere il ripristino.
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