E' stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (ed entra così ufficialmente in vigore) il Decreto del 13 giugno 2023 con il quale il Governo ha adottato il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, in attuazione alle recenti modifiche alla legge 157/92 (art. 19-ter). Il piano, che ha durata quinquiennale, permette l'applicazione della legge da parte delle Regioni e delle Province autonome, riguardo alle attività di gestione e contenimento della presenza della fauna selvatica sul territorio nazionale, fornendo indicazioni specifiche per specie di particolare rilevanza e impatto.
Fermo restando le disposizioni straordinarie valide nelle zone di contagio della PSA per il cinghiale, viene in generale stabilito il prelievo prioritario per classi di sesso ed età al fine di ridurre numericamente le classi delle femmine e dei giovani esemplari, il che permette di limitare le capacità riproduttive di talune specie problematiche, riducendone la presenza. Nel Piano è riportato un elenco non esaustivo degli strumenti più efficaci a tale scopo (reti, gabbie, trappole, fucili a canna liscia o rigata, ottiche di mira anche a imaging termico, a infrarossi o intensificatori di luce, con telemetro laser, termocamere archi, telenarcosi, camera di induzione per eutanasia, ecc.).
Contenimento nelle aree protette
Come noto il Piano potrà essere applicato anche nelle aree protette, ma solo previo coinvolgimento dell'ente di gestione dell'area protetta, che si occuperà della relativa predisposizione di piani di controllo. Nel Piano infatti si evidenzia la necessita' di definire i rapporti tra la legge quadro che disciplina la caccia (legge n. 157 del 1992) e quella relativa alle aree protette (legge n.394/1991).
Il ruolo delle Regioni
I Piani Regionali di Interventi Urgenti, questo il loro nuovo nome, dovranno essere aggiornati entro il 28 dicembre 2023. Come richiesto dalla Conferenza Stato Regioni il ruolo delle regioni diventa più definito, con un elenco dettagliato di requisiti da soddisfare. I Piani dovranno prevedere obiettivi chiari e oggettivi, finalizzati a programmare in modo piu' mirato gli interventi, definire meglio le tempistiche e valutare criticamente il grado di efficacia della programmazione gestionale adottata. Ogni anno le regioni trasmettono all'ISPRA un report sui risultati conseguiti nell'ambito dei piani realizzati negli ATC, CA, negli istituti faunistici al fine di comprendere lo stato di avanzamento delle strategie di gestione.
I metodi alternativi
La legge prevede che i piani regionali integrino interventi preventivi. Il piano dispone che questi siano efficaci a patto che siano correttamente installati e utilizzati e che sia realizzata costante manutenzione. Verranno per lo più scelti nei contesti in cui non si riesce a realizzare un'effettiva e consistenze riduzione della specie critica, per carenza di personale o per mancata condivisione degli obiettivi di riduzione delle presenze.
Il coinvolgimento dei cacciatori
Tra gli operatori abilitati al controllo ci saranno anche i cacciatori che dovranno aver frequentato specifici corsi di formazione conformi a programmi predisposti da ISPRA, indipendentemente dall'Ambito territoriale o dal Comprensorio Alpino in cui risultano iscritti nonchè dalla forma di caccia da questi prescelta, e aver superato una prova di abilitazione. Ciò al fine di garantire interventi selettivi ed il più possibile efficienti. Gli altri operatori abilitati: personale della polizia provinciale e locale, guardie venatorie, corpi forestali, società private, ditte specializzate o operatori professionali, cooperative di professionisti, proprietari e conduttori di fondi (abilitati), veterinari in servizio presso la sanità pubblica, abilitati e muniti di licenza di caccia.
Cinghiale
Due premesse: il piano di controllo straordinario, come detto, deve essere implementato dalle Regioni interessate coerentemente con la strategia di gestione della PSA ed il contenimento delle presenze di cinghiali, dovrebbe essere prioritariamente perseguito attraverso l'attività venatoria. Tuttavia, stante l'obiettivo di forte riduzione delle presenze condiviso nell'ambito dei PRIU, i Piani di abbattimento, qualora non completati, potranno essere terminati attraverso il Piano di controllo regionale anche, ove necessario, tramite l'impiego di tutte le figure previste.
Lupo
Nel documento si fa riferimento ai nuovi dati forniti da ISPRA (2022) che attestano un miglioramento dello stato di conservazione del lupo, evidenziando che permetterebbe di superare il divieto totale di deroghe alla rimozione di lupi contenuto nel piano d'azione del 2002. "Eventuali rimozioni di individui di lupo - vi si legge - saranno autorizzate seguendo l'iter autorizzativo previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, nel pieno rispetto della direttiva Habitat".
Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica
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